Ci siamo nuovamente trovati con A Pezzi, band aretina già apparsa in passato sul nostro magazine, per parlare delle loro ultime produzioni.
Dopo il disco Ora/Mai e l’EP Scritti Insieme, come vi siete approcciati ai tre singoli che avete fatto uscire nei mesi scorsi?
«Successivamente all’uscita del disco nel 2020 abbiamo fatto un po’ di fatica a riprendere in mano la nostra arte creativa, non tanto per mancanza di idee quanto più per una sfiducia nel formato album e difatti abbiamo sperimentato prima con un EP e adesso con dei singoli. Questa scelta è avvenuta naturalmente, dettata dall’esigenza di poter lavorare più attentamente su ogni singolo brano come se fosse un mondo a se stante. Farne uscire tre, dilazionati nell’arco di mesi, ci sembrava adeguato per poter coprire anche un lasso di tempo giusto per gli ascoltatori.»
Ho notato che questi singoli sono più ritmati rispetto ai precedenti.
«Sicuramente sono basati su una forma ritmica vivace, legata ad un certo tipo di groove e ammettiamo che c’era una volontà di sperimentare in studio con le registrazioni. Ci siamo rivolti ad un sound americano di fine anni novanta e primi duemila, mescolato con chitarre distorte e voci che si ispirano alle produzioni dei Verdena da cui noi siamo stati ampiamente influenzati, nello specifico il loro disco Requiem.»
Parlateci nello specifico dei singoli. Quali sono le loro tematiche?
«Tutti e tre i pezzi partono da matrici negative e rappresentano una nostra reazione personale al periodo storico che stiamo vivendo: Tenaglie parla di rapporti umani morbosi e malati, di aspettative, di legami a doppio filo, alimentati da input sbagliati e connessi all’estetica imposta dalla società umana. Le tenaglie sono una figura retorica che ti stringe, ma nella copertina sono parzialmente spezzate: anche in quelle condizioni, restano comunque pericolose. Donnie si ispira al film Donnie Darko, ma in questo caso non si parla di un loop temporale, ma di un loop umano. A volte ci possiamo trovare in una situazione che si ripete e che ogni volta peggiora quando cerchiamo di uscirne. Infine abbiamo Nuove Paranoie, il cui titolo è piuttosto esplicativo di per sé. Il brano è incentrato sul mondo dei social e sulle sue dinamiche che ti portano a sbloccare nuove paranoie e assurdità di gruppo.»
di LORENZO STIATTI
Credit Sara Coleschi
FB: A Pezzi
IG: @apezziapezzi


















