Scroll Top

Le radici della speranza 

È questo il titolo del libro di Jessica Sgrevi, edito da Fruska, che sarà presentato ad Arezzo il prossimo 5 luglio, nel giardino di Casa Thevenin, alle 18.30

È questo il titolo del libro, edito da Fruska, che prestissimo vedrà la luce e che sarà presentato ad Arezzo il prossimo 5 luglio. Potrete venire a scoprirlo nel giardino di Casa Thevenin (dalle ore 18.30) e ad ascoltare l’autrice, Jessica Sgrevi, ex ospite dell’istituto, raccontare le origini del suo lavoro e il perché ha voluto pubblicare questa storia. Una storia personale, la sua, in cui la vita dentro la comunità si intreccia a dinamiche familiari, problemi, sogni infranti e poi ricostruiti. La donna che è oggi, libera e indipendente, ha fatto i conti con quel passato e ha avuto la capacità di esorcizzarlo in queste pagine per raccontare e raccontarsi in un capitolo di vita che resta il punto di partenza dal quale ha saputo spiccare il volo. Con le ali rotte forse, ma con la riconquistata consapevolezza di chi ce la vuole fare, vuole riemergere. E “Le radici della speranza” non è solo un libro per lei, ma per tutti quelli a cui serve una luce da seguire e a cui aggrapparsi per cambiare la propria condizione.
Il libro è stato realizzato con la collaborazione di Casa Thevenin (interverranno alla presentazione Sandro Sarri, presidente dell’istituto e Valentina Romanelli, direttrice) e del nostro magazine WEARE.

Jessica che cosa si deve aspettare il lettore dal tuo libro?
«Credo che dipenderà molto dalla sensibilità di ognuno, ma per tutti penso che avrà la capacità di smuovere qualcosa, mi auguro anche una sorta di riflessione introspettiva. Il libro è scritto per chi come me vive o ha vissuto una storia difficile, ma anche per chi pensa che non ci sia una via d’uscita o un’alternativa; ho visto molto spesso ragazze e ragazzi prendere strade sbagliate pensando proprio che ormai fosse tutto perduto. Io ce l’ho fatta a costruire la vita che volevo, il finale non è già scritto… Spero anche che il libro faccia riflettere chi invece ha una famiglia alle spalle, chi ha una vita “normale”; vorrei che capissero la fortuna che hanno avuto a crescere con genitori presenti e amorevoli.»
Il libro ti è servito per avere una visione più globale e quasi “esterna” di come sono andate le cose?
«Il libro è molto breve, ho parlato non di tutta la mia vita, tralasciando anche cose positive dei miei genitori. Ho voluto scrivere della comunità e concentrarmi sulle negatività vissute in un certo periodo per lanciare un messaggio. C’è stato chiaramente altro; mia mamma mi ha amata a suo modo e per lei deve essere stata dura non potermi accudire, lasciando che mi crescessero altri. Non è stato facile perché non sono una scrittrice e soprattutto perché ho dovuto riscostruire i tempi in cui sono successe le cose. Scrivendo il libro ho avuto paura che molti mi giudicassero e che magari vedessero molto negativamente la figura di mia mamma, ma lei sa che comunque le voglio bene e che il libro è solo una parte della nostra storia e di quello che siamo. Nei miei ricordi ci sono anche momenti belli, le vacanze al mare, così come i gesti d’amore nei miei confronti. Lei non è solo quella che ho descritto. Chiedo comunque a tutti di non giudicare, né lei, né me, ma solo di riflettere sulla storia che leggeranno.»
Vi aspettiamo alla presentazione (dove sarà già possibile acquistare il libro) e soprattutto nelle librerie della città per riflettere con noi sulle radici della speranza…

di MELISSA FRULLONI

Melissa Frulloni
MELISSA FRULLONI

Vegetariana militante. Animalista convinta. Femminista in prova. Cresciuta con il poster di Jim Morrison appeso alla parete. Romanticamente (troppo) sensibile e amante della musica vintage. Una laurea in giornalismo, un figlio umano e uno peloso, mille idee e (a giorni alterni) la sensazione di poter fare qualsiasi cosa…

Related Posts