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Il presente dell’agrifood
Filosofia a km 0, tracciabilità e innovazione: questi sono alcuni dei tratti dell’Azienda Agricola Bani, siamo andati a scoprirla in Casentino

Filosofia a km 0, tracciabilità del prodotto e innovazione tecnologica: questi sono solo alcuni dei tratti caratteristici dell’Azienda Agricola Bani, nata nel 2008 per opera di Gabriele Bani, classe ’88 – il ragazzo “nato sotto un abete” – e del padre Giuseppe. Siamo in Casentino, a Castel San Niccolò; ti siedi di fronte a Gabriele, che si concede una delle poche pause da un lavoro faticoso e capisci al volo che non parleremo di core business.
In sottofondo il rumore incessante dei nastri trasportatori; è qui che si chiude il lungo e complesso ciclo di produzione – patate bianche, gialle, rosse, viola per i palati più raffinati – che dalla ricerca del seme e la coltivazione con metodo naturale approda anche nei comparti più eleganti della grande distribuzione.
Dal 2016 i prodotti del Consorzio “Ori Di Toscana” hanno ottenuto la certificazione di tracciabilità di filiera, secondo la norma internazionale ISO 22005; ed è in quest’orbita tipicamente regionale che ruota il “mondo Bani”, fino ad espandere la diffusione dei propri prodotti oltre i confini della Toscana. La domanda sottesa al tema vastissimo e ampiamente dibattuto dell’agrifood è sempre la stessa; come coniugare la valorizzazione dei prodotti tipici e coltivati con metodi naturali con le rinnovate esigenze dell’agricoltura 4.0?

Fare impresa, seguendo la storia e il ragionamento di Gabriele, significa anche coniugare le ragioni del local con i meccanismi virtuosi scaturiti da un certo modo – oseremmo dire “positivo” – di intendere la globalizzazione. Così, accanto al metodo tradizionale della vendita diretta di mele autoctone, a sottolineare ancora una volta il forte legame con il territorio, troviamo anche il Gabriele viaggiatore e aperto alle regioni del cambiamento.

Ricerca e innovazione; dalla Scozia, terra nella quale l’Azienda Agricola Bani ha in parte attinto nel corso della sua storia, fino ad un vertiginoso passo all’indietro, nel cuore del XVI secolo, ovvero nel momento in cui, per opera dei colonizzatori spagnoli, la patata entra in Europa terminando il suo viaggio iniziato molto tempo prima nelle regioni andine del Sud America.
Prodotti complessi, quindi, e in certi casi altamente ricercati; ma, come tiene a precisare più volte Gabriele, economicamente accessibili e capaci di generare un’economia virtuosa con l’inevitabile coinvolgimento di altre realtà agricole aziendali che integrano il sistema produttivo pensato da Gabriele. Tra passato e futuro, tradizione e innovazione, l’Azienda Bani si accinge a riscoprire adesso un altro prodotto “antico”: la cipolla rossa vernina, proveniente dall’area fiorentina, dal colore intenso e il sapore pungente. Nuove tecnologie a supporto del lavoro fisico e un lavoro di scavo culturale, volto alla riscoperta delle nostre radici, contraddistinguono la visione di Gabriele; che, oltretutto, non cessa la sua attività parallela di produzione degli abeti.

È arrivato il momento di salutarci; tra una stretta di mano e i telefoni che non smettono di squillare, osservo l’azienda che lavora. Spesso, da consumatori finali di un prodotto, trascuriamo il tempo che occorre alla produzione e alla realizzazione; manca qui lo spazio per soffermarci sulle proprietà nutritive della patate, delle mele e delle cipolle – che meriterebbero un altro tipo di approfondimento – ma non possiamo fare a meno di notare che la cultura, nel senso più ampio e nobile del termine, passa anche dalle nostre terre. Gabriele Bani: il “ragazzo nato sotto un abete”, è cresciuto.

patatebani.it
FB: Azienda Agricola BANI Gabriele

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