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NUME Academy & Festival
A Cortona dal 19 al 25 giugno
Il festival del talento straordinario... Ecco la nostra intervista all'ideatrice e curatrice Natalie Dentini

Il periodo estivo per Cortona significa un palinsesto considerevole di eventi culturali e musicali, rilevanti a livello nazionale e internazionale. Tra questi possiamo indubbiamente annoverare la reltà del Nume Academy & Festival, già riconosciuta a livello mondiale nell’ambiente della musica classica. Ne abbiamo parlato assieme ad una delle ideatrici nonché direttrice, Natalie Dentini, violinista professionista.
Parliamo del passato. Da dove e come ha origine questo progetto?
«Nume nasce nel 2018 da un’idea mia e di mio marito, Vlad Stanculeasa, anch’egli violinista e direttore artistico del festival. Inizialmente l’evento si è svolto presso l’Isola Maggiore del lago Trasimeno. Avevamo la necessità di creare un ambiente intimo in cui gli artisti potessero concentrarsi solo sulla musica, perchè spesso i festival, soprattutto quando si parla di masterclass in grandi città, sono molto caotici e non permettono la concentrazione. Al tempo avevamo quindi individuato quest’isola del lago Trasimento come posto ideale, che per quattro anni ha fatto crescere ampiamente questa realtà, ma ad un certo punto abbiamo avuto la necessità di spostarci perché le richieste di partecipazione, da parte di artisti provenienti da tutto il mondo, erano diventate troppe rispetto allo spazio che avevamo a disposizione. Scegliemmo quindi Cortona, la quale ricorda un’isola adagiata su di una collina e mantiene un po’ la sensazione di ermetismo senza tempo grazie al bellissimo borgo etrusco.
Lo scorso anno è stata la prima edizione nella nuova sede ed è andata benissimo, considerando che Cortona si è prestata alla perfezione per quello che facciamo, cioè non solamente un festival, ma principalmente un’accademia.»
Come avviene la selezione degli artisti?
«Selezioniamo, tra le tantissime richieste provenienti dal panorama mondiale, dodici studenti tramite video e curriculum, che vengono poi da noi per una settimana di masterclass. Li chiamiamo studenti, ma non sono musicisti alle prime armi, difatti molti di loro hanno già vinto premi internazionali e sono già all’interno di agenzie.
Ciò che noi offriamo loro è una settimana di crescita professionale e personale, usando quest’occasione particolare per promuovere in Italia queste giovani star della musica classica.
Quest’anno, per le selezioni, abbiamo ricevuto più di trecento richieste e il livello è davvero alto. Siamo molto soddisfatti di come la nostra realtà stia prendendo piede nel mondo e siamo davvero felicissimi di quanti giovani talentuosi vogliono partecipare.»
In cosa è differente Nume dagli altri festival?
«Gli studenti vengono qua per migliorarsi, ma rimangono pur sempre artisti. Il lavoro che svolgono durante la settimana si corona con un’esibizione finale di un quartetto d’archi a cui partecipa anche un professore e questa è un’opportunità che danno davvero pochi festival nel mondo. Lo studente ha difatti la possibilità di poter fare una performance a fianco di grandi artisti, creando una situazione di do ut des tra professori e studenti e rendendo così la linea di demarcazione tra accademia e festival davvero sottile.
Gli artisti ospiti di quest’anno si vedono raramente in Italia ed hanno ognuno una serata specifica a loro dedicata, oltre che alle masterclass. Tutto si fonde in un unica realtà e credo che sia questo a rendere unico Nume. Abbiamo comunque un altro motivo per fare tutto questo.»
Quale?
«In Italia c’è un pò la tendenza a pensare che i musicisti siano solamente Accardo, Uto Ughi e altri che sono nella scena da tempo immemore, invece all’estero i ragazzi di poco più di vent’anni hanno già carriere importanti e sono motivo per le persone di quesi Paesi ad andare ad ascoltarli a teatro.
Noi vogliamo mettere in luce l’importanza della formazione musicale e far capire che la musica classica è davvero vicina ai giovani, perché comunque i suoi temi sono utilizzati da tutti, anche dai generi più popolari. Questa musica è per i giovani ed è fatta dai giovani. Bisogna investire di più su queste ragazze e ragazzi talentuosi, senza aspettare che siano settantenni per poterli valorizzare ed apprezzare!»

Anche loro sicuramente faranno la storia della musica classica. Dubito che il talento si sia fermato nel passato, come anche per gli altri generi. Sicuramente il vostro è un approccio piuttosto innovativo.
«Esatto. Noi cerchiamo di andare più in profondità su questi temi. La classica è sempre stata ritenuta un po’ settoriale dal pubblico generico, come se facessimo musica per vecchi, ma è solo un pregiudizio tutto italico, visto che quando si va ad un concerto di domenica mattina all’estero, troviamo un pubblico composto di giovani che vanno a vedere artisti altrettanto giovani.
In questo periodo ho fatto tante interviste e tutti i giornalisti mi chiedono il perchè i giovani sono così lontani dalla musica classica, ma non è assolutamente vero e sinceramente bisogna smettere di dire queste cose.
Pensate anche solamente allo staff del Nume, dai filmaker alle hostess, dagli artisti ai fotografi, l’età media è davvero bassa e nonostante le differenze nelle esperienze e nei gusti, tutti si uniscono per apportare qualcosa al medesimo festival.»
Tra gli artisti ospiti ci sono anche ex allievi?
«Dall’anno scorso abbiamo cominciato a richiamare alcuni dei passati studenti che hanno fatto una carriera singolare, facendoli partecipare come ospiti della corrente edizione. Quest’anno abbiamo per esempio due sorelle, una violinista che partecipò ad una nostra masterclass nel 2019 e che ha vinto un prestigioso concorso a Montréal e la sorella violoncellista che sta avendo una carriera pazzesca, oppure il Marmen Quartet, la cui violoncellista è stata nostra studente.»
Ci puoi anticipare brevemente le serate del festival?
«Si parte con il primo giorno dedicato ad Hadelich, violinsta del momento, che si svolgerà presso il suggestivo e intimo Teatro Signorelli e l’artista eseguirà per un’ora brani di Bach e di Perkinson (musica popolare americana).
Nella serata successiva avremo Shaham, mezzosoprano famosissima e proveniente da una famiglia di musicisti altrettanto rinomati, la quale si esibirà assieme a Miwa Gofuku, pianista d’eccellenza giapponese e residente in Italia. Porteranno al pubblico una scaletta tutta dedicata alla musica popolare.
Successivamente avremo le serate con le location più toscane, la bellissima Corte dei Papi per il Marmen Quartet e il Falconiere, nel loro suggestivo Giardino d’Inverno, in cui saranno ospiti le sorelle Choi e i professori Vlad Stanculeasa ed Ettore Causa.
Venerdì al Signorelli sarà presente Isserlis, scrittore, presentatore televisivo, presentatore radiofonico ed uno dei massimi violoncellisti nonchè animale da palcoscenico.
Il weekend sarà invece il momento più toccante, perché totalmente dedicato agli studenti dell’accademia che faranno dei recital mattinieri presso il Centro Convegni Sant’Agostino ad ingresso libero, mentre la sera si esibiranno assieme ai professori in bellissimi quartetti dal repertorio classico e mozzafiato. Questi ultimi due giorni saranno il culmine di tutta l’esperienza fatta durante la settimana e rappresentano senza ombra di dubbio lo spirito di questo nostro Nume Academy & Festival.»
Avete dei progetti particolari dopo il festival?
«Oltre alle prossime edizioni del Nume, già in preparazione, quello che vorremmo fare è creare un’accademia stabile e diventare un punto di riferimento per la formazione degli archi a livello internazionale. Fondarla a Cortona sarebbe fantastico, anche perché oltre alla bellezza intrinseca del borgo, potrebbe portare un fermento sociale alla cittadina durante i mesi invernali. Vedremo in futuro se ci sarà dell’interesse da parte delle istituzioni e dei cittadini.»

di LORENZO STIATTI

numefestival.it
info@numefestival.it
FB: NUME Academy & Festival
IG: @numefestival

Lorenzo Stiatti
LORENZO STIATTI

Chitarrista e cantautore, principalmente legato da un amore indissolubile alla musica punk e a tutte le sue derivazioni. Lettore accanito sin dall’infanzia e scrittore al giorno d’oggi.

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