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Rosy Boa
Rosy Boa il nuovo e innovativo spazio artistico nato nel cuore del centro storico aretino

Una statua risalente all’arte classica, la risata sincera di una persona anziana, un cactus e, perché no, anche la cartina di una qualche città non ben definita. Questo il contenuto, a dir poco variegato, che fuoriesce dalla mente della ragazza protagonista del logo di Rosy Boa, nuovo (e indubbiamente innovativo) spazio artistico nato nel cuore del centro storico aretino.

Inaugurato pochi mesi fa con una mostra che ha raccolto circa dieci anni di produzione dell’artista di fama mondiale Monica Dengo, Rosy Boa nasce dalle menti creative e brillanti di Matilde, Andrea e Leonardo. “Rosy Boa deriva dal desiderio di costruire non un semplice spazio espositivo, ma un vero e proprio centro d’arte, ossia un luogo che funga sia da spazio dedicato alle mostre, sia da centro di incontro, di apprendimento e di divulgazione di attività formativa.
Una duplice anima che si evince sin dal contrasto cromatico che contraddistingue le pareti di Rosy Boa (e che rende ancor più vivace Via Cesalpino): “Abbiamo dipinto le pareti della sala di ingresso di un magenta accesso, in aperta contraddizione con il colore grigio del salone principale, proprio per evidenziare le due diverse identità di Rosy Boa. Da una parte c’è lo spazio dedicato alle esposizioni; dall’altra c’è lo shop, inteso non solo come spazio commerciale ma anche come centro di produzione di oggetti artistici. Dai taccuini con le copertine raffiguranti opere d’arte, passando per le t-shirt serigrafate, le tote bag e le stampe, l’idea che sta alla base di questo posto è proprio quella di realizzare oggetti aventi una finalità che si possa in qualche modo riflettere nel quotidiano. Inoltre, in futuro, ci piacerebbe produrre e distribuire opere e libri d’artista, anche grazie alla collaborazione con l’editore Fuori Onda.

Sebbene l’esperienza di Rosy Boa sia appena agli albori, può già vantare importanti risultati: oltre alla sopra citata esposizione di Monica Dengo, conclusasi con un workshop di due giorni, la galleria ha recentemente ospitato alcune opere del poliedrico artista aretino Marcello Bianchi: “Marcello Bianchi, scomparso nel 2018, può vantare una produzione artistica molto vasta che spazia dalla pittura, alla fotografia, alla scultura, sino all’incisione. Tuttavia, non ha mai esposto le sue opere fino a che era in vita, anzi era piuttosto refrattario a mettere in mostra il suo lavoro. Solo dopo la sua morte, anche e soprattutto con il supporto della moglie, è stata realizzata una mostra a lui dedicata che poi andrà a costituire una collezione permanente all’interno degli spazi di Rosy Boa.

In questa prospettiva Rosy Boa intende proporsi anche come un luogo in cui dare voce a tutte quelle personalità artistiche, aretine e non, che sinora non hanno trovato uno spazio loro dedicato: “In questi mesi ci siamo accorti che ad Arezzo ci sono moltissime persone con straordinarie competenze artistiche che però sinora non hanno trovato uno sbocco, in parte per la mancanza di luoghi adatti ad ospitarli, in parte per un atteggiamento quasi restio degli artisti stessi a mostrare le loro opere. Tuttavia non vorremmo che questo luogo fosse concepito come uno spazio dedicato soltanto agli artisti, ma anzi vorremmo dare a Rosy Boa un respiro più ampio, che possa trascendere i confini della città.

Intento questo che appare già ben riuscito: infatti, basta varcare l’ingresso di Rosy Boa per sentirsi coinvolti in una dimensione tipica dei centri culturali da capitale europea, ma anche e soprattutto protagonisti di una realtà partecipata che ridefinisce il rapporto tra spettatore e artista, tra osservatore ed osservato. In questa ottica deve anche interpretarsi la mostra che è stata inaugurata lo scorso 8 dicembre: “Le protagoniste sono quattro artiste, che espongono le loro opere progressivamente, aggiungendone di nuove di giorno in giorno, coinvolgendo gli osservatori in vere e proprie proposte di partecipazione attiva. Dunque si tratta di un’esposizione in divenire, che “costringe” lo spettatore a visitarla più volte, e che si concluderà con un workshop dedicato alla relazione tra scrittura e opera d’arte, volto a stimolare una riflessione sul pensiero critico in generale.

Cosa dobbiamo aspettarci dal turbinio di idee che fuoriesce dalla testa di Rosy Boa?
«Per il prossimo futuro ci piacerebbe ospitare alcuni artisti aretini che sono in procinto di lasciare la città e ai quali vorremmo dare il nostro saluto prima della partenza, oltre che artisti provenienti da fuori città e che ci interessano particolarmente. Insomma, possiamo dire che le prossime attività saranno svolte in base ad una selezione di artisti operata in modo del tutto sentimentale!»
Se queste sono le premesse, noi di WEARE siamo pronti a scoprire tutti gli inediti lati di Rosy Boa…

testo e foto di AGNESE ANDREONI

rosyboa.it
IG: @rosyboaarte
FB: ROSY BOA

Agnese Andreoni
AGNESE ANDREONI

Classe 1993, osservo ciò che mi circonda attraverso la mia macchina fotografica. Leggo tanto e a volte provo anche a scrivere.  Mi piacciono la musica (soprattutto quella punk), il mare, le lunghe camminate e i gatti.

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