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Per una Fotografia Introspettiva
Intervista a Federica Malentacchi, Presidente del Fotoclub "Il Sansovino".

Federica Malentacchi è presidente del Fotoclub “Il Sansovino”, un’Associazione fotografica nata nel 1990. Tra reflex e vecchi rullini, Federica ha premuto i primi “click” fin da piccola e ancora oggi porta avanti questa passione artistica, lavorando a vari progetti, tra mostre e corsi di fotografia. L’abbiamo incontrata per conoscere più a fondo la sua Associazione e farle qualche domanda sull’arte fotografica.

Cos’è il Fotoclub, e quando è nato?
«È un’associazione nata nel 1990 da un gruppo di amici che volevano condividere una passione comune: la fotografia. Da lì, nel corso degli anni, il gruppo è cresciuto sempre più. Ricordo che feci il primo corso con Pierluigi Zanni e Marcello Piecciarini quando probabilmente non ero ancora maggiorenne; ad oggi, ormai da diversi anni, sono io la Presidente. Tutto il gruppo conta circa una quarantina di soci, di tutte le età.»

A quali progetti avete lavorato finora? Ce n’è uno a cui siete particolarmente legati?
«Considerando il periodo di attività dell’Associazione, i progetti nel tempo sono stati numerosi. Da quando sono Presidente ho proposto il corso base di fotografia, non attivo da diversi anni. Inoltre, abbiamo presentato la fotografia su un piano psicologico – non solo strettamente tecnico, ma rivolto a conoscere il suo aspetto introspettivo – così come è stato particolarmente interessante il progetto della clown-terapia applicata alla fotografia. Posso anticipare che probabilmente il prossimo anno, in primavera, ci sarà una mostra a Monte San Savino.»

Quali sono gli obiettivi e le finalità del gruppo?
«Diffondere la cultura fotografica senza scopi di lucro. L’intento è quello di cercare di far conoscere questa forma d’arte a quante più persone possibili.»

Progetti futuri con il Fotoclub?
«Avremmo tante idee da mettere in pratica nel giro di quale mese o al massimo un anno. Sicuramente delle mostre collettive per dare spazio a tutti i soci che sostengono l’Associazione.»

C’è la possibilità di entrare a far parte del vostro gruppo? Se sì, come?
«Siamo aperti a chiunque ci voglia conoscere, non solo direttamente con eventi o contatti diretti, ma anche tramite i social; la nostra pagina è molto attiva! Ci si può tesserare e associarsi.»

Cos’è, per te, la fotografia?
«È un potentissimo mezzo espressivo, è qualcosa che mi ha aiutata ad esprimere ciò che sento dentro di me.»

Esiste la fotografia perfetta?
«Si può dire perfetta se raggiunge il fine ultimo del fotografo, ovvero se riesce ad esprimere ciò che egli sente, in un determinato momento, attraverso di essa. La tecnica perfetta è molto soggettiva: può esserlo per me e non per un altro.»

Tre caratteristiche principali per una buona fotografia?
«In primis sapere cosa vogliamo fotografare, poi sapere cosa vorremmo esprimere con il nostro scatto.»

A colori oppure bianco e nero: un dilemma della fotografia. Tu cosa preferisci, e perché?
«Non ho preferenze in merito, anche se sono stata assistente alla stampa di Antonio Manta, per cui il bianco e nero è il massimo dell’espressione del colore. Posso sicuramente dire che mi piace molto il bianco e nero con contrasti molti forti, però mi piace anche il colore. In base al soggetto e all’emozione di quel momento decido come scattare.»

Roland Barthes, saggista francese, affermava che al di là della tecnica e della bravura, il fotografo è colui che riesce ad agire su quel particolare momento in cui qualunque cosa diventa di massimo valore, il valore fondamentale. Il critico francese chiama questa capacità “veggenza”, che consiste nell’essere presente in quel momento preciso. Sei d’accordo?
«Assolutamente sì, una delle cose più importanti della fotografia è proprio il cercare di prevedere lo scatto finale, non solo il momento. Anticipare quasi anche la stampa finita, perché soltanto con essa si riesce a mettere un punto sulla fotografia. Fare uno scatto e prevederlo in stampa, finito, è il massimo in campo fotografico.»

Nell’era dell’iper-tecnologia, gli smartphone sembrano aver preso il posto delle macchine fotografiche. Il ruolo della fotografia è a rischio?
«Non credo, perché esistono dei generi fotografici che difficilmente possono essere eseguiti da uno smartphone, come ad esempio la fotografia sportiva o quella di caccia. Ma oltre questo, è proprio il mezzo a essere diverso: anche la macchina fotografica ormai è diventata uno strumento di immediato utilizzo.»

Consigli per chi voglia affacciarsi al mondo dell’arte fotografica?
«Consiglierei di partire dall’osservazione di ciò che ci circonda, capire come la luce colpisce gli oggetti, di guardare anche agli artisti o pittori moderni e contemporanei, oltre che ai fotografi. E infine, provare e riprovare a scattare.»

Chiudiamo l’intervista… Il tuo fotografo preferito?
«Ansel Adams, un fotografo paesaggista: lo adoro perché riesco a stare di fronte a una sua fotografia per ore, ad osservarne la perfezione tecnica e l’espressività. Ma anche Robert Mapplethorpe per me è un altro fotografo straordinario.»

di CARLO MARTINO

Contatti 

Indirizzo: Piazza Gamurrini, 2 – Monte San Savino 

Mail: info@ilsansovino.it 

Web: www.ilsansovino.it 

Fb: Fotoclub “Il Sansovino” 

Ig: fotoclubilsansovino

CARLO MARTINO
CARLO MARTINO

Classe 1992, nato a Cori, un paesino che nessuno conosce. Sono laureato in Storia dell’arte e proprio a Firenze, città “culla del Rinascimento”, decisi di specializzarmi in arte contemporanea. Mai nessuna scelta fu così tanto azzeccata. Sono presidente di un’associazione culturale no profit con la quale organizziamo eventi e mostre d’arte contemporanea. Nutro una passione nell’origliare i commenti delle persone relativi alle opere d’arte allestite nei musei. Oltre a questo amo i libri, il rock, lo sport, l’improvvisazione teatrale. Mi piace molto anche il whiskey (se bourbon meglio).

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