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Parolæ, Parolæ, Parolæ Vol. #6
Collettivae è un’associazione di promozione sociale transfemminista e intersezionale, nata ad Arezzo nel Maggio del 2021.

Il nuovo appuntamento con la nostra rubrica di etimologia femminista! Oggi vi parliamo di Body Neutrality, Mascolinità Tossica e Violenza Ostetrica.

Body Neutrality
Nata nel 2015 e sviluppata dalla life coach Anne Poities, la Body Neutrality considera il corpo solo in riferimento alle sue funzioni, bypassando il lato estetico della fisicità, in una visione di esso, appunto, totalmente neutrale. BN significa anche ascoltare il proprio corpo, alimentandolo come e quanto necessario e facendolo riposare nei momenti di maggiore stress. L’obiettivo del movimento è quello di decentrare il ruolo che la bellezza ricopre nella società odierna. La BN differisce dalla Body Positivity (che mina gli ideali estetici dominanti e promuove l’accettazione e il rispetto per tutti i corpi) e dalla Body Functionality (una visione del corpo olistica e attiva, nella quale vengono esaltate le capacità fisiche, che permettono al corpo di mettere in atto tutto ciò che esso è in grado di fare). Una visione forse oggi ancora utopica, ma sicuramente un giusto obiettivo per cui lottare, per un futuro più equo. [Fonte Associazione Asterisco]

Mascolinità Tossica
Il termine fu utilizzato per la prima volta dallo psicologo Shepherd Bliss negli anni ’80. Uno studio pubblicato sul Journal of School of Psychology la definisce come “l’insieme di tratti [maschili] socialmente regressivi che servono a favorire il dominio, la svalutazione delle donne, l’omofobia e la violenza insensata”. Si individuano tre caratteristiche principali: durezza, anti-femminilità (entrambe sia dal punto di vista fisico che emotivo), potere (sociale e finanziario).
La mascolinità tossica ha effetti sulla salute mentale di milioni di uomini nel mondo; può essere causa di problemi di natura psicologica, nei rapporti con gli altri e nella sfera sessuale. [Fonte Unobravo]

Violenza Ostetrica
“Un insieme di comportamenti che hanno a che fare con la salute riproduttiva e sessuale delle donne, come l’eccesso di interventi medici, la prestazione di cure e farmaci senza consenso o la mancanza di rispetto del corpo femminile e per la libertà di scelta su di esso” [Fonte Save the Children], oltre a ogni altra pratica di intervento non motivata da una reale esigenza clinica. Da anni denunciata da vari organismi internazionali, la violenza ostetrica è tuttavia sanzionata da leggi ad hoc solo in alcuni paesi dell’America Latina; leggi che in altri Stati, tra cui l’Italia, ancora oggi mancano (nonostante una proposta di legge, la campagna #bastatacere e la nascita dell’Osservatorio sulla Violenza Ostetrica). [Fonti Valigia Blu e Wired]
Qualche dato: su 3.981 soggetti che hanno affrontato il travaglio, il 78,4% non ha potuto essere assistito dal partner, il 39,2% non si è sentito totalmente coinvolto nelle scelte mediche, il 24,8% non si è sempre sentito trattato con dignità e il 12,7% ha dichiarato di aver subito abusi [Fonte Ist. Burlo Garofolo Trieste]; mentre circa il 21% delle madri italiane ha subito una forma di violenza ostetrica durante il parto, e il 41% ha dichiarato di essere stato vittima di pratiche lesive per la propria dignità psicofisica [Fonte Doxa].

di GEMMA BUI

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Gemma Bui
GEMMA BUI

Studentessa, musicista, cultrice dell’Arte variamente declinata. Con la scrittura, cerco di colmare la mia timidezza dialogica. Nelle parole incarno la sintesi – e non la semplificazione – della realtà. Credo nella conoscenza come mezzo per l’affermazione di sè e come chiave di lettura dell’esistere umano.

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