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L’esperienza del Cicaleto
Un vecchio edificio rinato in funzione della musica per volere di Francesco Ponticelli: Cicaleto Recording Studio, faro internazionale per il jazz

Tra il verde della campagna aretina, nei pressi di Sargiano, sorge un vecchio edificio rinato in funzione della musica per volere di Francesco Ponticelli, musicista e fonico. Stiamo parlando del Cicaleto Recording Studio, un faro internazionale specialmente per il jazz.
Prima dello studio, come ti sei avvicinato alla musica?
«Ho iniziato a suonare la chitarra all’età di sei anni, abbandonadola poi per il basso elettrico durante il liceo. In quegli anni è sbocciata la mia passione per la musica jazz ascoltando alcuni dischi in particolare, tra cui un bootleg di Pastorius trovato al Sing Sing, posto fantastico ad Arezzo oramai chiuso, in cui potevi noleggiare cd e cassette che potevi portare a casa e masterizzare: con questo metodo pirata mi sono fatto una bella discoteca ed una bella cultura musicale. Successivamente ho frequentato corsi di jazz a Siena e tentai di entrare al conservatorio di Parigi, purtroppo senza successo; dopo pochi mesi da quella delusione, ebbi la fortuna di venire ingaggiato da Enrico Rava e venni catapultato nel mondo dei professionisti attraverso incisioni di dischi e concerti nazionali ed internazionali. Dopo Rava ho continuato ad avere collaborazioni importanti, per esempio con Petrella, con Paolo Fresu e con altri grandi musicisti del jazz italiano ed internazionale.
Ad un certo punto del mio percorso ho cominciato a scrivere musica e questo ha portato inevitabilmente alla registrazione, appassionandomi così a questo mondo e facendo esperienza approfittando di tutti i dischi che i colleghi e collaboratori mi inviavano per il missaggio. Parallelamente alla carriera di musicista, iniziai a studiare per diventare fonico.»
Come è nata l’idea del Cicaleto?
«C’era questa villa bellissima della zia di mio padre in cui alcuni anni fa avevo iniziato a registrare alcune cose nel salone antico, particolarmente adatto alla musica da camera e a generi più raffinati; nei momenti in cui tornavo da Roma, città in cui abitavo, lavoravo in quello che poi sarebbe diventato lo studio professionale. Tre anni fa decisi di imbarcarmi seriamente in quest’impresa, rivolgendomi a Studio Sound Service per la progettazione, arrivando così alla nascita dello studio il 20 febbraio del 2020, data che ricorderò sempre nella sua simmetria pensando che portasse fortuna, ma che invece segnò l’inizio del lockdown. Nella sfortuna per lo stop ai miei impegni di musicista, ebbi il tempo di terminare e definire i lavori allo studio, sperimentando e studiando l’ambiente al meglio come se fosse esso stesso uno strumento.»

Adesso come procede l’attività?
«Nell’ultimo anno e mezzo lo studio ha conosciuto una rapida crescita ed il suo battesimo del fuoco è stato con la registrazione del disco di Paolo Fresu, Heroes, divenuto il secondo vinile più venduto in Italia alla sua uscita. Inizialmente sono venuti da noi i musicisti con cui ho collaborato in passato, proprio come Fresu, e con il passaparola si sono aggiunti artisti, per lo più della scena jazz, provenienti sia dall’Europa che da oltreoceano.
Abbiamo lavorato anche con artisti dei generi più disparati tra cui Jim Black, Joe Sanders, Seamus Blake, Negrita, La Rappresentante di Lista, Alessandro Presti, musicisti classici, band rock, punk ecc. Quasi tutti provengono comunque da fuori città e dall’estero. Collaboriamo anche con un altro studio di Arezzo, il Rooftop Studio, a cui a volte ci appoggiamo per seguire gli artisti più adatti alla loro esperienza.»
Quale è la peculiarità dello studio?
«Lo studio propone, specialmente per chi fa musica acustica, un’impostazione vecchio stile: una volta si registrava in uno spazio unico, dando priorità all’interazione tra musicisti, il suono e lo spazio; le cose sono poi cambiate tra gli anni ottanta e novanta, prediligendo sempre di più una separazione tra gli strumenti durante le registrazioni, ognuno nel suo gabbiotto per capirci, andando a ridurre il suono della stanza che viene invece creato successivamente in maniera virtuale. Non esiste una macchina che può riprodurre perfettamente la nostra delicatissima percezione dello spazio e quindi noi proponiamo una naturale tridimensionalità dell’ambiente che viene cucita proprio come un abito attorno agli artisti.»

di LORENZO STIATTI
Credits Studio Sound Service

IG: @cicaleto_recordingstudio
FB: Cicaleto Recording Studio
cicaletostudio.com
Tel. 327142 4299

Lorenzo Stiatti
LORENZO STIATTI

Chitarrista e cantautore, principalmente legato da un amore indissolubile alla musica punk e a tutte le sue derivazioni. Lettore accanito sin dall’infanzia e scrittore al giorno d’oggi.

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