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Arezzo Che Spacca
Arezzo Che Spacca è una crew di musicisti aretini che ha deciso di far crescere una vera e propria scena musicale “Made in Arezzo”

Tra le nostre risonanze magnetiche, che esploriamo muovendoci lungo il cosmo sonoro aretino, stavolta abbiamo deciso di dare volume ad un progetto di promozione musicale territoriale che si sta imponendo nella provincia con entusiasmo e vertiginosa rapidità. Arezzo Che Spacca è una crew di musicisti aretini (4 membri dei Calimani + 1 degli Ego Crew) che, partendo dal più classico dei cazzeggi tra un live ed una registrazione, ha deciso di riporre per un attimo gli strumenti per dedicarsi ad una missione più ampia, volta a cementare e far crescere una vera e propria scena musicale “Made in Arezzo”.

«Tutto nasce da una playlist che abbiamo reso disponibile dallo scorso Ottobre su Spotify e YouTube, intitolata appunto Arezzo Che Spacca, con cui avevamo l’intento di raccogliere e far girare il materiale inedito delle realtà musicali del territorio. Questa raccolta di brani ci ha poi dato lo spunto per proporci come un soggetto che potesse dare appoggio alle band e creare una rete tra loro, in modo da dare un’unità di intenti ad una scena musicale che è da sempre estremamente frammentata.»

Nel descrivere le modalità con cui ACS offre sostegno ai gruppi musicali, sgorga un fiume in piena di attenzioni, che sono palese sintomo di pura e semplice voglia di mettere la propria esperienza al servizio di chi necessita di una bussola, nel mare ondoso che circonda la terra promessa fatta di note. Chiunque voglia contribuire alla visione di un’Arezzo in cui pulsa compatta un’allegra truppa, armata a bombe cariche ad amore ed armonie, è il benvenuto nella famiglia che spacca…. E che nessuno osi metterne in discussione la discendenza da Guido d’Arezzo!
«La nostra è un’idea di sostegno per musicisti che viene da musicisti, una volontà di creare una struttura fino ad oggi inesistente che prenda sottobraccio coloro che vogliono fare musica: non c’è un fine economico, di conseguenza non c’è nemmeno quel prendersi troppo sul serio che impedirebbe di entrare in contatto come vogliamo con i nostri “colleghi”. L’attenzione è quindi completamente rivolta a come poter rendere superabili gli ostacoli presenti nel percorso verso un’affermazione musicale, che sappiamo per esperienza essere molti e costanti. Avendo provato sulla nostra pelle cosa significasse affacciarsi alla musica senza qualcuno che ci fornisse suggerimenti e aiuto pratico, cerchiamo di riempire questo vuoto offrendo facilitazioni ed opportunità in tutti gli aspetti del fare musica. In ogni ambito, c’è sempre e comunque al primo posto l’affetto che ci unisce come parti della stessa realtà e che consente di rendere le esperienze musicali piacevoli e di condivisione, come dovrebbero essere.»

Gli artisti aretini non siano dunque timidi nel chiedere ad ACS un consulto; allo stesso modo, non siano timidi le istituzioni e gli operatori del settore, che possono contribuire al progetto dell’associazione nei modi più disparati. Dalla messa a disposizione della strumentazione per registrare alla concessione di un palco o di uno spazio creativo, passando per il supporto nella fase di promozione on-air e on-line, e per tutto ciò che può venire in mente a chi quotidianamente mastica sonorità: la porta che spacca è sempre aperta a tutti.

Venendo poi all’anima dell’organizzazione incentrata sull’organizzazione di eventi, fa impressione toccare con mano la quantità di interconnessioni già in essere: eventi fissi all’Urban Cafè (Arezzo Che Spacca Party, vetrine live che spaziano volutamente tra i generi in un continuo crossover) e al Circolo Aurora (Arezzo Che Spacca Unplugged, serate dai toni più intimisti e acustici), collaborazioni già solide con studi di registrazione e realtà radiofoniche (Radio Fly ospita ogni Giovedì la rubrica Arezzo Che Spacca, animata dalle proposte delle band che fanno parte della rete che spacca). Ultima, ma realmente non per importanza, la prestigiosa collaborazione fresca di annuncio con il Mengo Music Fest: ACS fungerà da serbatoio e canale da cui il festival attingerà per portare sul proprio palco band ed artisti locali.

«La promozione delle realtà musicali di Arezzo è un lavoro già cominciato negli anni scorsi dal Mengo, ma con l’accordo appena siglato il sistema di valorizzazione territoriale prende una forma definita, oltre ad essere evidenziato nel materiale promozionale del festival. Dopo aver contribuito alla selezione artistica, durante cui ci stanno letteralmente esplodendo le caselle e-mail, metteremo in atto nel backstage del Mengo i nostri intenti, facendo un passo indietro come musicisti per essere presenti per coloro che si affacceranno, altrimenti abbandonati a loro stessi, ad un palco ed un sottopalco importanti come questi.»

La pentola che spacca è in ebollizione continua e molti sono i progetti in ideazione o realizzazione: parlando però di sogni, i ragazzi di ACS vedono proiettata un immagine di un’organizzazione in grado non solo di supportare, ma anche di formare tutti i vari attori della sfera musicale. Non certo una scuola nel senso più classico ed ingessato del termine, bensì un grande centro di aggregazione artistica in grado di funzionare come un’industria musicale autosufficiente, distinguibile ed a km zero. La città di Arezzo manifesta da sempre questa voglia di espressione musicale libera sotto varie forme, si tratterebbe di riprendere il filo del discorso brutalmente interrotto riguardo il progetto di riqualificazione dell’area dell’ex mercato ortofrutticolo in zona Pescaiola, promosso a suo tempo dai Negrita, ma poi abortito per immobilismo istituzionale. Il primo passo, costituendosi come un’associazione giuridicamente riconosciuta, è già stato compiuto; il secondo, l’accreditamento sul campo, è in corso ma viaggia già a ritmi fulminei. Con orecchie ed occhi costantemente ben tesi verso le novità di Arezzo Che Spacca, consultabili sulle pagine social dell’associazione, ci uniamo al treno in corsa che viaggia spedito verso un’Arezzo onirica dotata di una propria voce musicale, le cui variopinte corde suonano unite ed armoniche; una novella San Francisco, per contrastare il grigiore imperante con piogge floreali e trip uditivi.

Si può desiderare di meglio?

Instagram: @arezzochespacca

di ALESSIO FRANCI

ALESSIO FRANCI

Innamorato di ogni applicazione del linguaggio, dipendente dal bello e dal buono. Osservo, rifletto, pungo, vivo. Da 27 anni mi muovo per il mondo senza filtri e senza la pretesa di trainarlo, col solo obiettivo di interpretarlo ed apprezzarne le armonie e le sfumature.

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