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Bolderline
Intervista al rapper aretino Brina, in uscita con l'album "Bolderline".

Quest’anno le produzioni di Blue Dot Productions, che abbiamo imparato a conoscere piuttosto bene negli ultimi mesi, continuano con l’uscita di Bolderline, album di debutto del rapper aretino Brina. Lo abbiamo incontrato per voi!

Com’è avvenuto il tuo avvicinamento al mondo della musica?
«Sin da piccolo ho sempre ascoltato molta musica e come molti della mia generazione, sono partito dal rock con i classici, come ad esempio AC/DC, Guns N’ Roses, ecc. In un certo momento della mia vita, mi venne regalato un basso e si sa che il bassista non sceglie mai di esserlo, ma per tradizione viene scelto. Iniziai così a suonare in qualche gruppetto e durante le scuole superiori trovai una band in pianta stabile chiamata Fatal System Error con cui suonavamo trash metal, a tratti anche progressive: con questo progetto abbiamo fatto diversi live sia in Italia che all’estero.
Sono sempre stato, e sono tutt’ora, un grande appassionato di metal, mondo da cui provengo e in cui ho le radici. Con il passare degli anni la mia cultura musicale si è espansa naturalmente e sono arrivato in qualche modo al rap, ma ricordo comunque che anche da ragazzino ascoltavo alcuni artisti del genere, come ad esempio Fabri Fibra, anche se si parla di puro divertimento per le sue battute. Successivamente ho cominciato ad approfondire in un’ottica più seria ed alla fine mi ci sono calato completamente.
Dopo l’esperienza con la band metal, mi ritrovai con un pacco di fogli pieni di materiale, scritti rigorosamente a mano, e decisi di provare la strada del rap, mettendomi in gioco nonostante il mio carattere remissivo e giudizioso. Negli anni ho fatto varie prove e qualche demo, pensando successivamente di produrre qualcosa di davvero consistente, ma sentivo il bisogno di un ausilio ed io credo molto nel gioco di squadra anche nelle produzioni. É proprio qui che sono entrati in gioco i ragazzi della Blue Dot Productions, Andrea, Enrico e Saverio, che nonostante non avessero mai prodotto nulla dell’ambiente rap, hanno creduto in me ed in questo progetto.»

Il tuo, mi ricorda per certi versi il percorso evolutivo di Salmo.
«Concordo, alla fine lui è partito dal punk. Con lui condivido sicuramente il pallino per i live: molti della scena rap, sia nostrana che americana, tendono a produrre delle belle canzoni, ma poi arrivati all’esecuzione live risultano fiacchi, con accompagnamenti di mc o simili che non potranno mai dare la stessa energia di una band sul palco. Anche io ogni tanto faccio qualche serata con un dj set, ma la carica e l’emozione che provo ad esibirmi con una band dietro non è minimamente comparabile e credo sia così anche per il pubblico.»

Credo ci voglia comunque una certa attitudine per questo genere.
«Assolutamente. Nel mio caso mi sentivo spinto molto dai testi, utilizzati come rubinetto di sfogo personale da poter condividere ed anche dal senso ritmo che ho affinato come bassista in passato. Ho sempre amato le rime, i giochi di parole ed il potere intrinseco della parola stessa utilizzata con cognizione e sapienza. Diciamo che preferisco testi ben pensati ed intelligenti piuttosto che parole gettate lì solo per fare rima, ma questo non significa comunque che disprezzi il freestyle o che io stesso non lo faccia, a volte.»

Parlaci dell’esperienza di questo tuo primo album.
«La produzione del disco è durata circa due anni ed è stata una bellissima esperienza di lavoro di gruppo. Sin dall’inizio ho spinto per poter fare un album vecchio stampo con gli strumenti, così da poter poi suonare nei live con una band al seguito ed il mio desiderio è stato esaudito, tanto che Enrico della Blue Dot suona come chitarrista durante i concerti di Brina. Il progetto è solista fino ad un certo punto, perché come ho detto rappresenta un grande lavoro di squadra a cui hanno partecipato diverse persone e musicisti, i quali hanno dato il loro apporto personale in base alle proprie esperienze e ai propri gusti, costruendo coralmente il suono e andando a limare le mie idee di base.
Bolderline è un gioco di parole tra «audace» ed il disturbo della personalità. La mia vuole essere una metafora di dieci pezzi che tenta di spiegare la realtà del mondo in cui viviamo, con brani più aggressivi ed altri più intensi, volti proprio a richiamare il significato del titolo della raccolta.»

Falene ha un tiro differente rispetto agli altri pezzi. So che nasce da una collaborazione.
«Il pezzo, testo a parte, l’ho scritto assieme a Tommaso Donferri Mitelli, ex membro dei Canale e con l’apporto di tutti i membri correnti della band. Simone Sorini, che canta nel ritornello, ha quella voce che spinge ed era ciò che volevo all’interno della canzone e qualcuno ci ha pure detto che ricordavamo un po’ i Linkin Park.

Quale è il pezzo che preferisci tra quelli di Bolderline?
«008 perché è nato e si è scritto da solo in due minuti. Ha quel lato un po’ criptico e misterioso agli occhi degli altri, ma più lo sento e più capisco che rappresenta ciò che sento dentro le viscere.»

di LORENZO STIATTI

Credits Sara Coleschi
IG: @bold.brina

Lorenzo Stiatti
LORENZO STIATTI

Chitarrista e cantautore, principalmente legato da un amore indissolubile alla musica punk e a tutte le sue derivazioni. Lettore accanito sin dall’infanzia e scrittore al giorno d’oggi.

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