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Lasciateci divertire

L’avvenimento è già di per sé una notizia-bomba, un fulmine sereno a ciel nuvoloso: sta uscendo un nuovo album di inediti degli Osaka Flu!

L’avvenimento è già di per sé una notizia-bomba, un fulmine sereno a ciel nuvoloso: sta uscendo un nuovo album di inediti degli Osaka Flu! Le vere esplosioni, però, sono disseminate lungo le 13 tracce che compongono ed animano questo disco dal titolo emblematico e che, va detto subito, lo scrivente musicomane non esita a definire, folgorato da svariati vibranti ascolti in anteprima, imperdibile. Uno spinoso e sgargiante fiore punk-rock coltivato con amore e dedizione assoluti, rari, dalla famiglia musicale aretina più fuori dai sentieri seminati che ci sia e che va preservata, sostenuta, abbracciata.
“Lasciateci divertire” significa che è finalmente terminata l’attesa per sentire esprimersi nuovamente con la propria voce una realtà inconfondibile ed ormai incrollabile della musica locale, ma anche nazionale, visto il successo di pubblico ed occasioni live arrivati da varie parti d’Italia già ai primi vagiti di questo ritorno discografico. Ritorno che, a sottolineare quanto il sentiero degli Osaka Flu abbia come unica traiettoria percorribile la propria, ben distante e parallela rispetto alla catena produttiva mitragliante ed asettica che sta mediamente diventando l’industria musicale mainstream, arriva a ben 7 anni di distanza dall’ultimo album di inediti “L’Italia è Fuori dal Mondiale”, seguito quest’ultimo dall’album di cover “La Strana Famiglia” del 2020.

Ritorno che, prima della macro-diffusione digitale sututtelepiattaforme, per cui si dovrà ancora attendere una data di fine estate da destinarsi e scoprirsi non smettendo mai di seguire i nostri, è già uscito, udite udite, in vinile! Anticipato dai singoli “Mio Caro Me”, perfetto anello di congiunzione con il tipico Osaka sound che è già inno imparato a memoria da pogo, t-shirt dedicata e gola rotta, e “Immaginiamo Che”, esperimento pop piacevolmente spiazzante dominato da un synth sognante sospeso tra MGMT e The Killers, questo nuovo lavoro è, senza mezzi termini né timore di inopportuna magniloquenza, il lavoro più grande di Daniele, Francesco e Michele. Grande in termini di dimensione, varietà e cura sonora, ma anche di profondità e ricerca nei testi, scritti scavando dentro e fuori dalla realtà cercando di ricrearne una, una volta tanto, per sottrazione e non per addizione. Nella formula punk-rock che caratterizza la band, in questo disco il lato rock assume un ruolo più influente, con tutte le aperture annesse e connesse che danno spazi e spazio a dense zone d’aria in cui la suddetta ricerca testuale riesce ad emergere come mai prima d’ora.
Nel corso di una tracklist sapientemente selezionata, posizionata e dosata, vibrano pennellate di vita che emozionano in saliscendi sonori prodotti magistralmente, con sudore da studio, quello sì totalmente punk, spremuto affidandosi alle schiette e sapienti mani romane di Valerio Fisik su indovinatissimo suggerimento nientemeno che di Giancane. Letto prospetticamente con gli altri 2 dischi sopra citati, “Lasciateci divertire” è lo sviluppo naturale, quasi inevitabile, di un percorso rumoroso e completamente autonomo che parte dagli sberleffi punk passando per la ricerca e la celebrazione delle proprie radici, musicali e non.

Un culmine che ci arriva tra le mani nel formato a 33 giri che più amiamo e che è supporto ideale per un lavoro che alza così l’asticella. Fa impressione ed immensamente piacere toccare con mano ed orecchio come i 3 ragazzacci aretini siano arrivati a massimizzare la propria essenza facendo, semplicemente, ciò che il titolo proclama e rivendica: divertendosi, per quanto in modo professionale, mirato e ricercato come mai prima d’ora, nel corso di una gestazione lunga ed intensa. Detto dei primi 2 singoli usciti, se si parla di massime espressioni di sé non si possono non nominare i 2 cazzotti punk più potenti contenuti in questo nuovo album, ma probabilmente nell’intera discografia degli Osaka, assolutamente da non ascoltare senza aver precedentemente indossato gomitiere e ginocchiere: “Rumore” e “Urlo”. Più hardcore la prima, più groovy anthem la seconda, potrebbero benissimo far parte di un qualsivoglia disco degli Idles, non fosse per l’invalicabile distanza tra l’accento aretino e quello gallese. Citate le mine, aperti gli squarci su vecchi e nuovi mondi si fanno largo momenti di poetica rock’n’roll affilata che dipinge spaccati di natura, umanità e quotidianità (“Andrea”, “Marte”, “Muore la Primavera”, “Controvento”), suonati, cantati ma anche rappati (sì, avete letto bene, aspettate di ascoltare “Gibba” per slogarvi le mandibole) da tutti e 3 i membri del gruppo, il cui divertimento nell’impegnarsi in questo (capo)lavoro traspare e trasuda in modo nettamente percepibile ad ogni nota, ad ogni intermezzo, ad ogni parola pronunciata o accennata, la cui unione ha generato come risultato il miglior disco degli Osaka Flu.
Menzioni a parte le meritano, poi, “Odio gli Indifferenti”, splendida invettiva punk che parte da Gramsci e dal passato per smuovere le interiorità di oggi e domani, e “Io Voglio Decrescere”, deliziosa chiosa acustica corale da taverna che manda amabilmente affanculo le storture opulente del mondo odierno. Sarebbero rimaste a questo punto fuori “Una Canzone non Serve a Niente”, esempio perfetto di come gli Osaka Flu potrebbero scrivere anche ad occhi chiusi un pezzo che a metà della prima strofa non vedi già l’ora di cantare con loro live, e “AAA Cercasi Casa”, una ballad(?) d’attualità amorosa dall’atmosfera un po’ The Beach Boys, un po’ postumo a metà tra Trainspotting e Una Notte da Leoni.
Non avrebbero meritato di rimanere fuori, però… e infatti, eccole qua, citate come tutte le altre canzoni, a testimonianza di come un album creato prendendosi il giusto tempo, senza dover sacrificare la ricerca della qualità per seriali quantità con cui occupare chissà come sempre più dimenticabili momenti, non necessiti di riempitivi. Lasciamoli divertire questi 3 pazzi pieni di cuore e dal cuore pieno, se questi sono i risultati… e non dimentichiamoci di sfruttare ogni minima occasione, in cuffia, nelle casse o meglio ancora dal vivo sotto palco, per divertici con loro. C’è da ridere, sognare, urlare, immalinconirsi, incazzarsi, ispirarsi, innamorarsi, piangere, ballare… vivere, o meglio giocare alla vita, con il giocattolo più bello e potente: la Musica. Libera, autentica, indipendente per davvero.

di ALESSIO FRANCI

osakaflu.com
IG: @osaka_flu

Alessio Franci
ALESSIO FRANCI

Musicomane innamorato di ogni applicazione del linguaggio. Cerco storie e suoni che mi facciano vibrare tanto ad ascoltarle, quanto a raccontarle. Osservo, rifletto, percuoto, vivo. Mi muovo per il mondo senza filtri e senza la pretesa di trainarlo, col solo obiettivo di conoscerne ed apprezzarne le sfumature più o meno armoniche.

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