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Tienes el Duende del Diablo
Conosciamo l'Associazione Aretina Duende, che si occupa di teatro, musica e arte sociale.

Abbiamo intervistato Tommaso Bocconi e Luca Drusian, rispettivamente Presidente e Vicepresidente di Duende, Associazione aretina nata nel Dicembre 2021, che si occupa di teatro, musica e arte sociale; ecco come è andato il nostro incontro…

Come è nata l’idea di Duende, un concept abbastanza originale e inedito per la nostra città?
T
: «Tutto è iniziato nel Giugno del 2021, quando ho scritto a Luca che avremmo dovuto creare un’Associazione. In quel periodo stavo scrivendo il mio spettacolo, “Vita Breve”, a cui lui partecipava come pianista. Artisticamente stavo vivendo un periodo di crisi, mi sono fatto un esame di coscienza, collegando i puntini, e il risultato è stata l’Associazione.»
L: «Quell’estate Tommaso è venuto a trovarmi in uno dei campus in cui lavoro, che coinvolge bambini e ragazzi svantaggiati e in situazioni di disagio sociale. Abbiamo quindi individuato come ipotetica mission finale quella di fondare, tra qualche anno, una Scuola d’arte a 360°, sempre in un contesto di periferia, di situazioni di difficoltà socio-economica.»

Da chi è composta l’Associazione, e come viene organizzato il lavoro?
T: «Ad oggi siamo in sette: oltre a noi due, Martina Bocconi, Anna Laura Veneri, Matteo Croce, Margherita Meli e Riccardo Amerighi. Ci siamo divisi i compiti: Margherita gestisce la burocrazia, mentre gli altri curano le rubriche su Instagram e i podcast su Spotify. Tra questi, “La Stamberga” sta andando molto bene, da Dicembre gli ascolti sono quadruplicati; siamo arrivati fino alla 21° posizione nella categoria “Comicità» dei podcast italiani. L’idea è quella trattare temi che quotidianamente viviamo da studenti fuorisede: il cambiare casa e abitudini, i film d’amore, le “chiacchiere da bar”.»

E perché il nome “Duende”?
T: «7-8 anni fa, dopo uno spettacolo, mio padre venne da me e mi disse “tienes el duende del diablo”: un’espressione spagnola, tratta da un’opera di Federico Garcìa Lorca; se vogliamo, traducibile come “il fuoco oscuro del Diavolo”. È una specie di Sindrome di Stendhal: tu guardi un artista, uno sportivo, senza capire esattamente perché ti stia bruciando dentro in maniera tanto intensa. Noi cerchiamo di raccontare persone che hanno – o potrebbero avere – un duende; un’energia che si riconosce subito, fin dallo sguardo. Se immagino una Scuola, vedo tante persone di provenienze differenti che si mescolano, capendo di essere tutte diverse ma ugualmente valide, e penso che potremmo dare loro la possibilità di fare arte, teatro, musica, fornendo al contempo supporto psicologico.»
L: «Sentiamo di poter dare un contributo agli altri, fare qualcosa per i giovani, esportando la teoria del duende e capire dove possa portarli.»

Cosa porterà a Duende il domani?
L: «Il nostro obiettivo iniziale era quello di portare in scena lo spettacolo “Vita Breve” nelle scuole superiori; abbiamo in programma di partire a Maggio.»
T: «Lo riproporremo il 21 Maggio anche al Teatro Bicchieraia; sarà una sorta di “Data 0” di Duende, aperta a tutti, dove presenteremo l’Associazione. Vi aspettiamo lì.»

di GEMMA BUI

IG: @duende.associazione

Gemma Bui
GEMMA BUI

Studentessa, musicista, cultrice dell’Arte variamente declinata. Con la scrittura, cerco di colmare la mia timidezza dialogica. Nelle parole incarno la sintesi – e non la semplificazione – della realtà. Credo nella conoscenza come mezzo per l’affermazione di sè e come chiave di lettura dell’esistere umano.

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