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Persone Omosessuali e Transgender (o Meglio, con Incongruenza di Genere)
La ricercatrice Celeste Bittoni con il suo approfondimento su piacere e salute sessuale.

Spesso mi capita di parlare con persone che si sentono confuse riguardo cosa si intende con “orientamento sessuale” e “identità di genere”. Vediamo di fare un po’ di chiarezza in 2500 caratteri!

L’orientamento sessuale viene definito sulla base del “genere delle persone da cui solitamente ci sentiamo sessualmente attratti”. Le donne eterosessuali solo attratte da uomini, e viceversa. Uomini omosessuali e donne omosessuali sono attratti da uomini e donne, rispettivamente. C’è poi chi si colloca tra questi due poli (eterosessualità-omosessualità) e si definisce “bisessuale”, ossia attratto sia da uomini che da donne. Queste tre categorie sono le più usate, ma non sono sufficienti a descrivere lo spettro di tutte le sfumature possibili che caratterizzano l’orientamento sessuale umano.

Procediamo comunque per chiarire la distinzione tra questi costrutti di base.

Cosa c’entra l’orientamento sessuale con il genere? Non molto, in realtà.

Ripartiamo dalle basi: nella nostra società, chiamiamo “femmine” quelle persone con vulva e vagina, e chiamiamo “maschi” coloro che hanno pene e testicoli. Ecco che il genere (femmina o maschio) viene definito a partire dai genitali, ancor prima della nascita. Tuttavia, i nostri genitali definiscono il nostro sesso, non il nostro genere.

Mentre il sesso è basato sui genitali, quindi sulla nostra biologia, il genere è determinato da un nostro sentire: quest’ultimo dipende infatti da una serie di atteggiamenti, preferenze, modi di fare e di sentire che solitamente vengono attribuiti “alle femmine”, piuttosto che “ai maschi”, o un po’ ad entrambi.

Esempio: Luca ha 6 anni. Preferisce le bambole alle macchinine, la danza alla lotta, passa più tempo con le amichette che con gli amichetti e vuole farsi chiamare Stella. In questo caso, anche se Luca viene definito un “bimbo”, le sue preferenze e il suo sentire sono più in linea con quelle di una bimba.

Ne deriva che, seppur spesso genere e sesso coincidano – e quindi sia appropriato dire che una persona con il pene sia maschio – non sempre è così. Quando ciò non accade, come nel caso di Luca, si parla di incongruenza di genere.

In altre parole: dire che la mia identità di genere è femminile, maschile o non-binaria (ossia né maschile né femminile), è diverso da dire che sono sessualmente attratta da femmine, maschi o entrambi.

Ad oggi queste etichette cambiano in continuazione, per cercare di descrivere sempre meglio le esperienze uniche di tutti. Non è tanto il rimanere aggiornati, quanto l’essere aperti e rispettosi, ad essere fondamentale.

a cura di CELESTE BITTONI

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