Scroll Top
Il vintage come futuro
Rebel Rebel Vintage, il nuovo shop che come in una macchina del tempo, ci riporta ai mitici anni ’70, ’80 e ’90.

Da qualche mese – vi sarà sicuramente capitato di passarci davanti – in Via Madonna del Prato, 12, in pieno centro ad Arezzo, c’è un nuovo negozio d’abbigliamento: si tratta del Rebel Rebel Vintage. Luca Esposito, il proprietario (nella foto in basso della pagina accanto), è un cultore del vintage per eccellenza, e ciò lo si capisce ancor prima di entrare nel suo negozio: il primo post che ha pubblicato su Instagram per presentare la sua attività al mondo dei social ritrae Josie Packard, personaggio della serie televisiva Twin Peaks, in posa con la scritta “coming soon”, ovviamente con quel font inconfondibile composto da lettere in stampatello e contorni verde neon.
Una volta varcata la soglia d’ingresso della boutique, sembra di entrare in una piccola stanza delle meraviglie; avvolti in un’atmosfera che ci riporta, come in una macchina del tempo, ai mitici anni ’70, ’80 e ’90. Affascinati da tutto ciò, abbiamo intervistato il proprietario e titolare di questa attività.

Perché avete scelto Josie di Twin Peaks come vostra “testimonial”?
«Sono un appassionato della serie, mi piace la sua estetica cinematografica e penso che si adatti molto a una delle impronte che volevo dare al negozio. Mi è venuto quasi spontaneo scegliere una “testimonial” d’eccezione che facesse parte del mondo di Twin Peaks. Con la stessa idea di base ho pensato ai buoni regalo, che raffigurano l’Agente Cooper e Audrey Horne, con la scritta del mio negozio.»

Come e quando hai deciso di aprire un negozio vintage?
«La decisione di aprire il negozio risale a poco meno di un anno fa. L’idea, invece, mi balenava in testa da molto tempo. Il motivo per cui ho deciso di aprire questo negozio non è strettamente legato al mondo della moda, ma è più relativo a un mio approccio e una mia tendenza a comprare indumenti di questo genere. Dopo tanti anni di lavori che non mi stimolavano – e trovando in me stesso anche molto coraggio, dal momento che avevo un contratto indeterminato – ho messo da parte le risorse per trasformare la mia idea in realtà. Grazie all’appoggio della mia compagna, ho avuto la spinta per provare a fare un lavoro che mi piace. Paradossalmente, proprio l’ambiente in cui lavoravo in precedenza mi ha aiutato a capire cosa volessi veramente. Adesso, ho trovato una leggerezza e una libertà che mi mancavano da tempo.»

C’è un’accurata selezione dei capi di abbigliamento. Come vengono scelti?
«Nella pratica li seleziono singolarmente, pezzo per pezzo. Cerco di scegliere cose che personalmente mi piacciono o mi colpiscono. In questo mi aiuta molto anche la mia compagna: non solo perché due menti sono sempre meglio di una, ma anche perché, se fosse per me, avrei un negozio di capi quasi tutti di colore nero. Inoltre, la selezione è influenzata molto dai negozi vintage di Berlino, ambienti che periodicamente frequento e da cui prendo ispirazione per quanto riguarda l’estetica.»

Qualità e originalità sono valori che si accostano per lo più ai capi retrò, ma molta gente preferisce ancora il cosiddetto “fast fashion”, oppure ricorre al low cost. Come mai?
«Lo dice la parola stessa: è veloce e facile. Anche i social giocano un ruolo fondamentale in questo, perché sono delle perfette vetrine virtuali, dove tutti sono bombardati da offerte lampo e prezzi stracciati. Magari molte persone sono anche coscienti della scarsa qualità del prodotto, ma non pensano alle conseguenze annesse ad acquisti del genere.»

Nel linguaggio della moda il vintage fa riferimento a capi di vestiario sorpassato e démodé, che testimoniano lo stile di un certo periodo remoto. Credi che sia una moda ormai giunta al tramonto, dopo qualche anno di gloria?
«In realtà, credo che sia qualcosa che deve ancora raggiungere il suo apice. Mi sono reso conto che anche le nuove generazioni sono affascinate dai capi vintage, e mi pare che abbiano inoltre una consapevolezza maggiore verso questo tipo di tematiche, per cui mi piace pensare che il vintage possa essere anche una moda del futuro.»

Come convinceresti i lettori e lettrici di WEARE ad entrare a scoprire Rebel Rebel Vintage?
«In questo non sono bravo, non sono un venditore (ride). Posso dire che la selezione dei capi è costantemente in aggiornamento, e la mia tendenza è quella di scegliere sempre qualcosa di inusuale e stravagante. Mi piacerebbe continuare a conoscere più persone possibili, quindi invito tutte e tutti a passare, anche solo per conoscerci!»

di CARLO MARTINO
Credits Agnese Andreoni

IG: @rebel_rebel_vintage
FB: Rebel Rebel

CARLO MARTINO
CARLO MARTINO

Classe 1992, nato a Cori, un paesino che nessuno conosce. Sono laureato in Storia dell’arte e proprio a Firenze, città “culla del Rinascimento”, decisi di specializzarmi in arte contemporanea. Mai nessuna scelta fu così tanto azzeccata. Sono presidente di un’associazione culturale no profit con la quale organizziamo eventi e mostre d’arte contemporanea. Nutro una passione nell’origliare i commenti delle persone relativi alle opere d’arte allestite nei musei. Oltre a questo amo i libri, il rock, lo sport, l’improvvisazione teatrale. Mi piace molto anche il whiskey (se bourbon meglio).

Post Correlati