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La CreAtura Perfetta
Una graphic novel nata dalla penna di Alessandro Marmorini, attore aretino, e dalla matita di Sindi Abazi, illustratrice fiorentina.

Uscita per Tunué nel maggio dello scorso anno, La Creatura Perfetta è una graphic novel nata dalla penna di Alessandro Marmorini, attore aretino e dalla matita di Sindi Abazi, illustratrice fiorentina. Si parla di un viaggio ricco di colori e dalle tinte noir, che si snoda in diversi Paesi, arrivando a toccare anche l’Italia e che intreccia le complesse vite dei personaggi principali con quella dell’anomala narratrice, nonché protagonista della storia.

Tutto comincia con l’incontro tra un uomo irrequieto ed ambizioso che cerca una creatura perfetta per poter conquistare il mondo ed una balena imbalsamata, protagonista e narratrice. Il viaggio che questa strana coppia intraprende, li porterà ad attraversare un’Europa che sta rinascendo dopo il secondo conflitto mondiale e che farà da sfondo alle loro particolari vicissitudini.

Alessandro, da dove nasce questa storia?

«L’idea della trama è nata un po’ casualmente dalla nostra editor Simona Binni, a cui dobbiamo molto. Mi ha contattato alcuni anni fa per chiedermi se volevo scrivere qualcosa per la collana di cui si occupa, ma al tempo non avevo alcun materiale da sottoporle. Poco tempo dopo mi sono ritrovato a Torino e mi viene raccontata un’assurda storia di cronaca su di una balena, la protagonista della nostra novel! Inizialmente ho scritto il tutto sotto forma di romanzo, ma non ero sicuro si potesse tradurre in un fumetto, finché Simona non ha cominciato a leggerlo e ne è andata pazza, confermandomi che potevamo assolutamente trasporlo in illustrazioni. Per effettuare questa difficile operazione venne scelta Sindi, che ha dato forma ai personaggi e alle ambientazioni fino ad allora solo immaginate.»

Sindi, raccontaci la tua esperienza di adattare questo racconto.

«È stato tutto piuttosto intenso, proprio come la storia di cui parliamo e leggendola la prima volta, me ne sono innamorata. Ricordo una volta in cui ci siamo incontrati io e Alessandro a Torino, dove viveva, perché dovevo terminare di leggere la sceneggiatura completa e sul finale della storia sono scoppiata a piangere commossa, essendo io piuttosto emotiva. A fronte di queste emozioni, ho voluto dare ad ogni capitolo un tono di colore differente, che rispecchiasse e trasmettesse al meglio il mood di ciò che viene narrato. Alessandro mi ha sempre dato carta bianca e si è fidato molto, perché abbiamo un’intesa nelle idee piuttosto forte. È stato interessante passare dal leggere fumetti a farli. Spesso non ci si rende conto delle complesse meccaniche e delle tempistiche bibliche che stanno dietro alla realizzazione di queste opere.»

Quali sono stati gli sviluppi di questo sodalizio?

«Abbiamo riscoperto una storia colorata rispetto al romanzo originale e questo amplia i livelli di lettura. Inizialmente la scrittura era cruda, a volte fastidiosa e disturbante, mentre il disegno ha apportato un tratto favolistico e l’insieme dei nostri stili ha creato una sorta di amalgama tra il grottesco e la dolcezza nostalgica. Chiaramente abbiamo dovuto imparare a lavorare insieme durante quella che è stata comunque la nostra prima esperienza nell’ambito, ma ci siamo divertiti a sperimentare e a trovare una nostra dimensione, fatta anche di compromessi tra le nostre visioni del racconto. Abbiamo imparato a fare molte cose strada facendo, partendo ad esempio dal lettering che solitamente è affidato ad una persona preposta, ma non nel nostro caso, oppure dal taglio della sceneggiatura, difficile soprattutto per chi scrive, perché deve essere trasposta in vignette e baloon.»

Cosa è successo dopo la pubblicazione?

«Dopo anni di lavoro, la pubblicazione è stata una svolta per noi: uscivamo dal periodo pandemico e lavorando a distanza, soffrivamo tremendamente la mancanza di socializzazione, finché non siamo andati in tour per l’Italia a pubblicizzare il fumetto. Potremmo dire che è stata un’esperienza rigenerante tornare a stretto contatto con le persone attraverso il nostro fumetto. Pensate che la prima tappa del nostro piccolo tour è stato il Salone del Libro di Torino ed è stato incredibilmente emozionante.»

Come vedete il fumetto dopo la vostra prima esperienza di autori?

«Il fumetto oggi è uno dei pochi luoghi dove puoi trovare una nuova scrittura e delle belle storie che superano ciò che propone la televisione ed internet. L’Italia tra l’altro è un mercato di maestri e questa è una cosa meravigliosa, perché ci sono delle enormi potenzialità non ancora scoperte dal pubblico ed il medium in sé che continua ad acquisire una sua legittimità artistica che in passato era nettamente inferiore.»

Questa collaborazione tra voi due continuerà anche in futuro?

«Assolutamente. Ora che abbiamo imparato a conoscere tutte le dinamiche dell’ambiente, ma soprattutto adesso che siamo consci di quello che sappiamo fare come squadra, siamo pronti per esplorare nuove idee e nuovi mondi.»

 

di LORENZO STIATTI

Lorenzo Stiatti
LORENZO STIATTI

Chitarrista e cantautore, principalmente legato da un amore indissolubile alla musica punk e a tutte le sue derivazioni. Lettore accanito sin dall’infanzia e scrittore al giorno d’oggi.

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