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Illuminare il futuro
AEC Illuminazione, azienda nata nel lontano 1957 per volontà di Cino Cini, ve la raccontiamo intervistando Alessia Cini che, insieme alla sorella e al fratello rappresenta la terza generazione alla guida dell’azienda

I numeri dell’azienda e le dimensioni dello stabilimento possono effettivamente fare paura, lo ammettiamo, ma a noi hanno suscitato soprattutto un grandissimo interesse e una curiosità sconfinata che ci hanno portato a suonare il campanello del suo grande cancello e a farci aprire la porta su quella che, sicuramente non ci sbagliamo, è una delle realtà produttive più grandi e importanti del nostro territorio.
Stiamo parlando dell’AEC Illuminazione, azienda nata nel lontano 1957 per volontà di Cino Cini. Ora ve lo raccontiamo come questa grande azienda abbia fatto a crescere e plasmarsi in maniera così esponenziale; la sua storia l’abbiamo sentita dalla viva voce di Alessia Cini, nipote del fondatore, che insieme alla sorella e al fratello rappresenta la terza generazione alla guida dell’azienda. A tessere le fila di ogni cosa è il suo babbo, Alessandro Cini che ha voluto tutta la sua famiglia impegnata nel far proseguire il sogno avviato dal padre Cino: “Sicuramente il forte legame che ci unisce in primis come famiglia è una marcia in più che ci permette di portare avanti con grande orgoglio e dedizione il lavoro iniziato da mio nonno e proseguito da mio padre.
L’azienda che aveva aperto Cino si occupava inizialmente della produzione di scaffalature; nel 1966 però a seguito dell’alluvione di Firenze, gli fu commissionato di realizzare i nuovi candelabri in ghisa per l’illuminazione della città da ripristinare dopo il disastro. Da allora iniziò a produrre illuminazioni decorative e poi si cimentò anche nel settore dell’illuminazione pubblica e stradale. Ancora oggi le luminarie nei lungarni o in altre parti della città sono proprio le sue. Da lì fu tutto un crescendo; nel ’67 arrivò il primo prestigioso brevetto per i suoi prodotti e a Cino fu chiaro su quale strada far correre la sua azienda che, già allora, era proiettata verso innovazione e cambiamento. Oggi AEC è presente in 40 paesi nel mondo. Milano è illuminata a led grazie a loro, così come Torino, Brescia e Bergamo, nonché moltissimi paesi del nord Europa, degli Emirati Arabi, dell’Australia, della Nuova Zelanda o di Israele. Ma anche gli stadi del Bologna, Spezia e Venezia portano il loro nome in fatto di illuminazione.
I dipendenti sono 265, con un’età media di 35 anni (ve l’avevo detto che i loro numeri fanno paura!) che lavorano in un ambiente giovane, dinamico e collaborativo.
Lo respiriamo subito non appena varcata la porta e parlare di tutto questo con Alessia, anche lei giovanissima, ci immerge in un mondo stimolante e creativo, fatto da un continuo dialogo, lavoro in team e occhi (e teste) che guardano lontano, per portare all’azienda idee e progetti sempre nuovi.

Il nostro settore si rinnova alla velocità della luce e dobbiamo essere sempre un passo avanti rispetto alle tendenze del mercato, saperle anticipare è fondamentale, per questo in AEC cerchiamo persone brillanti, proattive, pronte ad accettare le sfide e felici di abbracciare il cambiamento; dinamismo è sicuramente una parola chiave per noi. Qui i nostri dipendenti trovano un luogo di formazione continua, sia quando arrivano in azienda, sia durante il loro lavoro. Ci piace garantire al nostro Team il miglior luogo di lavoro possibile, sia da un punto di vista di relazioni umane che di strumenti, è per noi essenziale. In un percorso di continuo sviluppo siamo alla ricerca di risorse nuove che possano portare il proprio valore aggiunto in ogni area aziendale, dalla parte produttiva, all’area tecnica, alla ricerca e sviluppo, all’IT e alle aree. Le caratteristiche principali che ricerchiamo? La voglia di intraprendere un percorso di crescita, la predisposizione ad investire su di sé in un contesto sempre in movimento. Noi ci impegnano a fornire un ambiente creativo, professionale, giovane e, soprattutto, condivisione della nostra conoscenza.” Ci ha spiegato Alessia.
Dalle tue parole Alessia si percepisce che, nonostante la vostra crescita ed espansione, siete sempre molto legati al territorio…
«Sì, è proprio così! Ci teniamo a portare avanti la filosofia che ci contraddistingue da più di 65 anni, ossia quella di investire nel nostro territorio. AEC è nata nel centro di Subbiano, ci siamo trasferiti qui, nella zona industriale di Castelnuovo solo nel 2000. In quegli anni siamo stati i primi, c’era solo il nostro stabilimento e nient’altro. Dal ’57 non abbiamo mai delocalizzato nulla e oggi l’intero processo produttivo avviene all’interno della nostra azienda, questo ci consente di essere molto competitivi oltre che di investire su persone e fornitori locali, prediligendo proprio forza lavoro di qui per portare al luogo in cui siamo nati e cresciuti ricchezza, lavoro e tutte le opportunità che secondo noi si merita. Anche i test di laboratorio li facciamo nei nostri stabilimenti e utilizziamo macchinari all’avanguardia che poche altre aziende possono vantare di possedere. Inoltre, dal 2021 abbiamo anche ottenuto il riconoscimento Accredia, Ente che assicura la competenza tecnica del personale di AEC, l’adeguatezza delle attrezzature, delle apparecchiature e l’idoneità del nostro laboratorio come ente certificatore.»
Puoi parlarci del nuovo stabilimento che state costruendo non lontano da qui e di quali sono i vostri progetti futuri?
«Il nuovo plant sarà inaugurato nel 2024; si tratta di 13 mila mq dedicati a logistica e assemblaggio. Sicuramente avrai notato “il ponte” che unisce il plant attuale a quello nuovo; ha destato tantissima curiosità! Oltre ad essere un esempio di innovazione è sicuramente un elemento architettonico molto bello che rende l’intero stabilimento ancora più accattivante dal punto di vista del design. Al suo interno ha un’area calpestabile, che ci permetterà di spostarci a piedi da uno stabilimento all’altro, ma presenta anche dei binari su cui correrà la merce che dovrà passare dall’attuale magazzino automatizzato a quello nuovo.
Anche questo stabilimento sarà dotato di pannelli solari e proprio entro il 2024, AEC sarà praticamente autosufficiente dal punto di vista energetico (l’80% dei consumi sarà autoprodotto). Questo perché per noi il tema della sostenibilità è fondamentale e ci impegniamo a portarlo avanti non solo a chiacchiere, ma con azioni concrete: incontri nelle scuole, utilizzo nella linea produttiva di materiali bio, eliminazione nei nostri stabilimenti della plastica. Inoltre a luglio pubblicheremo il nostro primo bilancio di sostenibilità in cui verranno dichiarati tutti gli elementi di governance AEC che hanno un impatto positivo dal punto di vista ambientale.»

di MELISSA FRULLONI

aecilluminazione.it
Via A. Righi, 4, Subbiano
Tel. 0575 041110
IG: @aec_illuminazione
FB: AEC Illuminazione

Melissa Frulloni
MELISSA FRULLONI

Vegetariana militante. Animalista convinta.
Femminista in prova. Cresciuta con il poster di Jim Morrison appeso alla parete.
Romanticamente (troppo) sensibile e amante della musica vintage.
Una laurea in giornalismo, un cane, mille idee e (a giorni alterni) la sensazione di poter fare qualsiasi cosa…

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