editoriale

Chi l’ha mai capito, poi, se a Natale siamo tutti più buoni o tutti più egoisti? A me - non so perché - sembra sempre tutto più triste: sarà che, nel mio immaginario, le luci per le strade mal si sposano coi clochard stesi a riposare sui cartoni. L’autocritica che ne deriva, indirizzata al nostro modello di vita sicuro e agiato, porta con sé un carico di malinconia difficile da incartare dentro uno stato di quiete apparente. E forse - penso - questi brividi che sento non sono tutti di freddo.
Cercare di capire Settembre forse è un po’ come cercare di capire l’Amore, la Morte e le Tasse: pur consapevoli del fatto che probabilmente non ci riusciremo mai, noi continuiamo a provarci, anno dopo anno, volta dopo volta. A volte Settembre ci delude, a volte ci rende migliori.
Un team di donne si sono ritrovate in una pungente serata aretina di fine novembre, per dare vita al fantastico scatto di questo numero di WEARE
In queste pagine c’è posto per tutt* e la copertina ne è il manifesto più vero; un gran bel lavoro, libero e diverso!
Sotto l’ombra lunga del sole delle 7 fa ancora molto caldo, si suda, ma l’aria familiare del quartiere ti fa venir voglia di stare fuori
Tanto ce la riprenderemo la città. Succederà. Ma intanto, apriamo la porta e affacciamoci a quello che verrà; fuori di testa e diversi da loro!
È stato tutto un sogno. Uno strano, terrificante, psichedelico sogno
L’amore è amore. È sempre perfetto, a volte banale, classico, sdoganato; altre trasgressivo, strano, imperfetto, non ricambiato…
Come protagonisti di una moderna raffigurazione de “La Libertà che guida il popolo”, tablet in una mano e WEARE nell’altra…
La sensazione è stata quella. Una mezza apnea, ma continua. Un fastidio difficile da spiegare, ma presente, giorno dopo giorno
Esprimi un desiderio. Facile no? Chiedi quello che vuoi. Il periodo è perfetto.
La nostra Bellezza è pop! Appartiene ad ognuno di noi, ad ogni lettore di WEARE