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Il principio della storia di Giacomo Bifaro nella disciplina del powerlifting potrebbe diventare un avvenimento da raccontare ai propri nipoti

Marciano della Chiana, Cesa, anno 2020. Un ragazzo viaggia con la sua auto in strada, non incontra nessuno nel suo percorso. Tutti i giorni sa che, grazie ai permessi di agonista, solo lui può accedere alla palestra, solo lui. E lo fa con un obbiettivo che tiene sempre bene a mente: diventare il più forte.
Anno 2021, giugno, il sacrificio viene ripagato: il ragazzo vince i campionati italiani e stabilisce nuovi record nel suo sport. Finita qua? No, è solo l’inizio! Il principio della storia di Giacomo Bifaro nella disciplina del powerlifting potrebbe diventare un avvenimento da raccontare ai propri nipoti, ma usiamo il condizionale perché viverla nel presente, oggi, la rende tutta da scrivere: “Esattamente, perché dopo aver vinto gli italiani a giugno, dove ho totalizzato i punteggi sullo squat, stacco, panca e totali più alti mai conteggiati in Italia dalla Federazione, sono stato convocato dalla Nazionale per partecipare ai prossimi mondiali in Svezia. È una soddisfazione che non si può quantificare, perché il lavoro che ho svolto è stato davvero tanto.
Il talento, la costanza, i sacrifici hanno permesso a Giacomo di raggiungere l’apice di questo sport a livello nazionale a soli 23 anni, a cinque di distanza dal momento in cui, insieme al suo allenatore Luca Pieroni, ha deciso di iniziare questo sport: “Mi sono avvicinato al powerlifting allenandomi normalmente in palestra, grazie al coinvolgimento del mio allenatore e al caso che ha voluto che i nostri obbiettivi coincidessero.
In cosa consiste la disciplina del powerlifting e come si pratica?
«È uno sport che, anche a livello non agonistico, può essere praticato da tutti, perché gli allenamenti si racchiudono nell’utilizzo di tre esercizi fondamentali dei pesi: squat, panca e stacco da terra. Lo si può praticare per aumentare la forza e la massa muscolare, ma per diventare agonista ci vuole più che una passione verso questa disciplina. Serve l’ossessione di raggiungere dei numeri, di spingere sempre di più e avere in testa sempre l’obbiettivo di migliorarsi. Personalmente, passo quattro ore tutti i giorni in palestra e gli allenamenti li unisco ad una dieta sana e bilanciata; gestire tanti chili legati al fisico non è facile, basti pensare che in cinque anni sono passato da 85 a 140 kg! Per controllare alimentazione e allenamenti mi avvalgo di nutrizionista, fisioterapista e allenatore, perché queste cose non si fanno mai da soli, si può dire in fondo che è uno sport di squadra, non individuale.»

Il duro lavoro porta a sognare, e i sogni, come le storie più romantiche, a volte premiano i più caparbi, e si avverano: “Mi ritengo una persona che si pone sempre degli obbiettivi abbastanza alti e anche per i mondiali a cui parteciperò, l’ho fatto, con onestà: premetto che sarà la prima competizione che svolgo fuori Italia (ho dovuto saltare un europeo a causa della pandemia) e che sono già contento della convocazione, ma per come sono fatto so già che punterò a dare il massimo per arrivare nel podio, le possibilità ci sono, con la speranza di tornare con una medaglia. Avrò anche la possibilità di imparare, conoscendo dal vivo leggende di questo sport che fino a ieri vedevo solo sul web. La prima sensazione è di essere l’ultimo arrivato, ma sono consapevole di avere le mie carte per farmi valere e le sfrutterò tutte.

Il powerlifting è una disciplina che negli ultimi anni ha avuto una scalata molto veloce anche in Italia, come nel resto del mondo. La giovane età di Giacomo potrebbe farlo assistere, o anche partecipare, al riconoscimento di questo sport dal comitato olimpico: “Gli atleti agonisti traggono il meglio dal loro fisico intorno ai 35 anni. Io ne ho 23, per cui conto di avere ancora tanto da dare. Effettivamente negli ultimi cinque anni da sport di nicchia sta diventando sempre più conosciuto e in ascesa, fatto per cui anche il comitato che sceglie le discipline olimpiche lo sta valutando attentamente. Sarebbe un sogno, un giorno, poter diventare ufficialmente professionista e poter partecipare all’olimpiade.

di RICCARDO BUFFETTI

Riccardo Buffetti ok
RICCARDO BUFFETTI

“Ah l’amor che move il sole e l’altre stelle…” Il romanticismo è una delle chiavi della mia scrittura, passione nativa del mio essere. Più avanti si sono aggiunte, ahimè, quelle sportive che ne hanno preso il sopravvento soprattutto su ambito lavorativo. Bilancia ascendente Scorpione di quell’ottobre del ‘93. Scrivo per cercare l’emozione, parlo per raccontarle.

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