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Baulerz
Schiettezza rock e uauauauao!
Essenzialmente, è esigenza di buttare fuori musica. È come vomitare. Basterebbero queste due semplici spiegazioni d’esordio per descrivere i Baulerz

Essenzialmente, è esigenza di buttare fuori musica. È come vomitare.” Basterebbero queste due semplici spiegazioni d’esordio con cui i Baulerz descrivono la propria natura per inquadrarli. Ma il primo disco “Battibecchi” in uscita più o meno in contemporanea con queste pagine ed un mondo musicale da approfondire ben più degnamente meritano che il nero su bianco continui a sgorgare… C’è un articolo da portare in fondo! E a poche ore alla scadenza per la consegna… O sono già passate? Vai a capire… Gli amplificatori dei Baulerz mi rimbombano ancora nel cranio… Uauauauao…
Nati dall’amicizia tra Niccolò (voce) e Gabriele (chitarra) e dalle lezioni di chitarra del secondo al primo che già scrive, i Baulerz si fondano sui dialoghi in musica dei succitati splendidi pazzoidi, generanti chiaroscuri rock’n’roll con testi in italiano che ti si incidono nelle viscere e sonorità sincere, di quelle con cui le chiappe, ferme, proprio non riescono a restarci. Primo e secondo serviti, si sono poi man mano aggiunti dolce, caffè e ammazza-caffè, assegnabili a piacimento a Matteo (chitarra), Alberto (basso) ed al Cobra Emanuele (batteria). La band aretina prolifera ormai da un po’ nel sottobosco della scena provinciale, con crescente stima tra i proverbiali addetti ai lavori e live a risparmio zero in cui i 5 hanno abbrustolito le pettinature di molti a suon di note urlate, dritte e sincere.
Il primo in un bar di pochi metri quadri, senza batteria, con una chitarra classica suonata in faccia alla gente, un’elettrica con amplificatore e megafono per cantare. Sono cadute un bel po’ di cose. Noi compresi.
Il buon vecchio passaparola s’innesca e fa alzare il vento, così i Baulerz fanno capolino su YouTube con 4 brani, registrati ai tempi senza ancora il basso, che però sono già una dichiarazione di guerra su pentagramma. Correte a cercarli, pollice su play ed alzate a manetta, senza skippare il logo rosa con font familiare scambiandolo per l’ennesima fottuta pubblicità: scoprirete 4 perle grezze blues’n’roll, ora più ora meno elettriche, vere e dissacranti, che mentre fanno muovere la testa la fanno anche accendere, ridere, incazzare… Vivere!
Altro vento s’incrocia e porta qui, fuori dalla sala prove in cui mi hanno appena concesso qualche frammento del nuovo “Battibecchi”: oh, finalmente il primo disco VERO dei Baulerz! Sarà l’ora di emergere da questo sottobosco?

Siamo alle rifiniture di questo primo album, in cui ci stanno supportando professionisti stupendi, dall’artwork alla registrazione, che ci accolgono in modo altrettanto stupendo. A volte nonostante noi, va detto. L’altro giorno ci siamo presentati a registrare le voci in after con un vassoio di costolicci (lo scrivo così! Siamo o no WEARE Arezzo? ndr) appena cotti e vino comprato al volo in zona stadio. Condizioni indescrivibili, registrazioni favolose. Da brividi. Sentirete. Non vediamo l’ora…
Capito con che imperdibile banda di matti armati di strumenti avremo sempre più a che fare?
Siamo così, siamo veri sempre e probabilmente è proprio per questo che è cresciuto intorno questo affetto, pur non essendo mai stati ad esempio sui social fino all’altro ieri. È rock’n’roll, cazzo. La musica per noi è un veicolo espressivo, non ce ne frega niente di posizionarci nel mercato musicale in fila con la miriade di soggetti vagamente depressi che fanno la stessa cosa che vende, a cerchi concentrici. Ci piace la vita, ci piace alzare i volumi e alternare pezzi che lasciano buchi per terra con altri più da parcheggio appartato… Ci piace mascherarci da pagliacci per dire cose anche brutali, suonandoci e ridendoci sopra. Resta il fatto che nel mercato la nostra musica crediamo meriti di starci. Poi, un disco può aprire porte, palchi… Noi ci saremo comunque, mettendoci tutti noi stessi.
La dedizione e l’urgenza si sentono e si vedono nitidissime, quando suonano. I venti, poi, sembrano essere finalmente allineati per spingere definitivamente i Baulerz ed i loro battibecchi sonori dove devono stare: costantemente a graffiare i nostri timpani, su ogni piattaforma possibile. Di finto presomalismo indie(ota) preconfezionato ne abbiamo piene le tasche, occorre un po’ di freddo fango scaraventato gioiosamente sulle guance per risvegliarci. In fondo, la musica dei Baulerz è un po’ come surfare in uno qualsiasi dei canali della Chiana su una tavola scheggiata, scalzi, sufficientemente sporchi fuori da sentirsi felicemente liberi dentro.
Dai miei rimbombi d’inizio articolo posso intanto ricavare che dobbiamo solo sperare nel ritorno alla possibilità di pogare, al più presto.
I rimbombi, rieccoli… Uauauauao!
Già, ma lo volete spiegare o no cos’è questo uauauauao che mi avete subdolamente conficcato nel cervello in 20 minuti di sala prove?
«Dovete venire ai nostri live per capire l’essenza di questa sintesi della nostra energia… Comunque, intanto, Niccolò lo riassume bene in un suo passaggio cantato: “Don’t tell me why, don’t tell me why, but tell me uauauauao!!!”»

di ALESSIO FRANCI

FB: Baulerz
IG: @baulerzofficial

Alessio Franci
ALESSIO FRANCI

Musicomane innamorato di ogni applicazione del linguaggio. Cerco storie e suoni che mi facciano vibrare tanto ad ascoltarle, quanto a raccontarle. Osservo, rifletto, percuoto, vivo. Mi muovo per il mondo senza filtri e senza la pretesa di trainarlo, col solo obiettivo di conoscerne ed apprezzarne le sfumature più o meno armoniche.

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