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QuantiChe vogliono socializzare?
Varcare la soglia dello Spazio di QuantiChe, perfettamente incastonato nel cuore di Saione, significa riscoprire il contatto tra esseri umani

Varcare la soglia dello Spazio di QuantiChe, perfettamente incastonato nel cuore di Saione tra una panetteria storica ed un parrucchiere afro, a rappresentare anche geograficamente la propria funzione di miscelatore sociale, significa accedere con un solo passo ad un portale che conduce alla riscoperta del contatto tra esseri umani più puro e sano. Mi avventuro dietro le quinte di questo neonato progetto aretino di sviluppo della collettività proprio nel giorno dell’inaugurazione del negozio gratuito che ne è fulcro operativo, annusando in pochi istanti un chiassoso profumo di vitalità, un desiderio pulsante di contatto per troppo tempo compresso tra limitazioni forzate ma anche in parte auto-indotte. Persone dall’estrazione più disparata che, tra beni usati da donare o scegliere per sé, si confrontano, si conoscono, regalandosi un rarissimo gesto che pare ormai diventato l’unicorno albino tra le forme d’interazione umana: si sorridono. Mai fermarsi alle prime impressioni, però: quand’anche positive, vanno di certo approfondite per cercarne di ancora migliori. Eccomi quindi seduto davanti a Francesca, anima fondante del progetto insieme ai “colleghi” Riccardo e Marina, per mettere a nudo l’anima di QuantiChe nel bel mezzo delle sue prime ore di vita. Ciò che intravedevo sbirciando, s’infiamma nelle parole che ascolto e nel luccichio che anima lo sguardo di chi me le rivolge.
QuantiChe è un’associazione di promozione sociale che si propone, tramite Lo Spazio di via Vittorio Veneto 127/H, di favorire la socializzazione mettendo a disposizione di tutti beni e servizi gratuitamente. Non c’è passaggio di denaro, ma soprattutto non c’è un target! L’evoluzione che questo Spazio si propone di promuovere è rappresentata proprio dalla condivisione a prescindere dal bisogno: chiunque entri deve sentirsi libero tanto di dare quanto di prendere, per un massimo di 8 pezzi al mese. Non contano capacità economiche, nazionalità, orientamenti. Contano fiducia ed apertura verso il prossimo.
Su queste semplici ma fondamentali basi, chiunque può calarsi in questa riscoperta del baratto, scambiando cose ma anche e soprattutto tempo.
Basta dedicarne un minimo ad un contesto simile per avvicinarsi, anche fisicamente, a persone solo apparentemente lontane, ma che sono in realtà a due chiacchiere tra gli scaffali di distanza. La convinzione di base è che mai come in questo momento storico di polarizzazione delle individualità ci sia bisogno di occasioni di avvicinamento e contaminazione. Quale location migliore di un quartiere ricco di diversità da far entrare in contatto tra loro come Saione, quindi?

Lo spirito è tutt’altro che assistenzialistico, QuantiChe vuole essere un carburante per una socialità che ha sicuramente un gran bisogno di essere rimessa in moto, scongiurando la ghettizzazione su qualsiasi piano e favorendo al contempo, con il riutilizzo di beni, una forma di contrasto alla sovrapproduzione. A sostegno della risocializzazione s’inquadra anche l’altro principale servizio che l’associazione mette a disposizione, al fianco ed all’interno del negozio: tramite un team di professionisti, viene fornita assistenza psicologica gratuita rivolta agli adolescenti, per garantire, ad una fascia che ne è spesso esclusa per strumenti sia economici sia conoscitivi, un supporto la cui centrale importanza emerge con ancora maggiore forza in una fase storica psicologicamente critica per una moltitudine di motivi. Dopo un primo colloquio di triage, sono gratuite le prime
8 sedute ed in caso di continuazione del percorso sono comunque previsti in prospettiva prezzi calmierati.
Ne consegue che frequentare QuantiChe rappresenta una preziosa possibilità di vivere e respirare tanti bei concetti troppo spesso mirabilmente descritti su carta ma non applicati in concreto: appianamento delle divergenze, integrazione, supporto reciproco disinteressato, empatia umana. Quello appena sorto nella zona con più potenzialità e più ingiuste etichette preconcettuali d’Arezzo è un vero e proprio centro di depurazione sociale. Basta aprire il portafogli del proprio tempo per ripulirsi dagli agenti di contrasto che la quotidianità ci riversa continuamente addosso, divisivi ostacoli allo spirito collettivo che è il vero ed unico futuro possibile.
C’è nell’aria un’escalation dilagante di contrapposizioni tra ideologie, religioni, divise, conti in banca più o meno gonfi e posizioni lavorative con nomi più o meno cool da spiattellare sulle centomila maschere digitali che indossiamo, ma andando al midollo, a far proseguire la vita sono e sono sempre state le realtà che con meravigliosa semplicità avvicinano ed equalizzano le persone, spogliandole di tutte le sovrastrutture appena elencate. Riconnettendole, al riparo dalle brutture cicliche della Storia che non cessano il loro minaccioso ripresentarsi.

di ALESSIO FRANCI

IG: @quantiche.aps
FB: QuantiChe aps

Alessio Franci
ALESSIO FRANCI

Musicomane innamorato di ogni applicazione del linguaggio. Cerco storie e suoni che mi facciano vibrare tanto ad ascoltarle, quanto a raccontarle. Osservo, rifletto, percuoto, vivo. Mi muovo per il mondo senza filtri e senza la pretesa di trainarlo, col solo obiettivo di conoscerne ed apprezzarne le sfumature più o meno armoniche.

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