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«La storia di incamminarmi verso i 30
mi turba non poco...»
Il countdown è già iniziato e ai 30 mi tengo la valigia pronta casomai uno dei due decidesse: “E se facessimo un figlio?”

Arezzo è una città estremamente peculiare, molti di voi ci sono nati, altri ci saranno passati da ragazzi in gita scolastica, altri ancora ne saranno rimasti folgorati dal cibo e dalle sue bellezze.
L’Arezzo dei miei 16 anni, non è quella dei miei 30 anni.
La storia di incamminarmi sulla strada dei 30 mi turba non poco. Il countdown è già iniziato. I giorni scorrono velocemente e se da giovane sognavo di metter su famiglia, ai 30 mi tengo la valigia pronta casomai uno dei due decidesse: “E se facessimo un figlio?”.
A 20 anni si è giovani, a 30 fingiamo di esserlo. I 30enni rappresentano il raggiungimento del terzo della vita o della metà se ci avete dato dentro con i vizi.
Mentre te ne stai seduto in mutande a guardare l’ennesimo documentario su Netflix e pensi a quanti anni ancora ti restano per realizzare i tuoi sogni. Poi arriva la schiacciante consapevolezza che se putacaso vorresti partecipare ad X Factor saresti geo localizzato nella categoria “Over”, le modelle e i calciatori sono più giovani di te di 10 anni e l’idea di improvvisare un balletto su Tik Tok ti fa accapponare la pelle.
Pensiamo al futuro. Ma quale? Il più grande vantaggio di avere 30 anni?
Che non si è costretti ad uscire la sera, ma si può restare comodamente a casa sul divano con la consapevolezza che “la serata del secolo” non esiste.
Ebbene sì, anche noi della generazione ’91 siamo arrivati alla soglia dei 30.
Era il 1991 i Nirvana uscivano con Nevermind, la Coppa UEFFA si tingeva di tricolore, per San Valentino andava in anteprima Il Silenzio degli Innocenti e in Italia, finalmente, arrivava Twin Peaks. Era l’anno del primo sito web, Porta Sant’Andrea si contendeva le vittorie con Porta Crucifera, gli Amaranto, con Menchino in panchina, in Serie C/1 e Arezzo Wave era al culmine del suo splendore con band eclettiche del calibro degli Afterhours.
Questo era Arezzo: un’isola verde in mezzo a un mare di monotonia. Peccato che all’epoca tutto questo fermento ci abbia solamente cullato: ci siamo ritrovati ad un passo dalla rivoluzione, ma eravamo troppo piccoli per coglierne a pieno la portata.
E poi, bam! I primi anni ’00. Noi ci allenavamo a limonare sui vetri di casa e da quel giorno, nulla è stato più come prima: ormoni come meteore. Una cosa straordinaria, paragonabile solo alla scoperta dei Miracle Blade di Chef Tony. Bene, 15 anni dopo se fuori tira vento ed usciamo senza sciarpa, il giorno dopo pensiamo di morire e la fitta rete di strategie comunicative sui social per accoppiarci ormai non funziona più.
Durante l’arco della nostra adolescenza ne abbiamo fatte tante, ma il nostro unico scopo è stato quello di sviluppare almeno un paio di dipendenze, così da avere un hobby da vecchi.
Adolescenti smanettoni instagrammabili coi capelli bianchi che non riescono ad accettare la (ri)crescita. I 30enni di oggi che non sono ancora accasati e con figli, quindi il 70% degli aretini, ancora organizza il weekend per fare festa.

Eccone degli esemplari:

SingleAretitudine: Single come i numeri primi e nessuno schieramento umano se li caga. Tic tac tic tac: nessuno risponde ai suoi messaggi su Tinder. Ogni volta che un amico si sposa, una parte di lui muore.

WeAreInfinto: Quelli delle coppie storiche, che il grande passo l’hanno fatto a 15 anni in gita scolastica e soffrendo il peso di avere un bagaglio di esperienze sessuali pari all’ultimo sopravvissuto sulla terra, si lasciano, quando oramai non c’è più trippa per gatti.

GodiAretium: I 30 sono i nuovi 15, e via a rimorchiare in discoteca. Shottini, open bar e gin tonic, vivendo tutto l’anno in attesa della Gold/Italy, dove poter sfoggiare i pezzi più griffati.

Basterebbe Arezzo alla gloria di Italia: Quelli che da piccoli sgassavano in vespa o avevano le tette più grosse della classe. Ma alla soglia dei 30 la vespetta non se lo possono più permettere e le tette sono scese fino ai piedi. Hanno perso un paio di treni per Roma e ora vivono solo di ricordi dei tempi che furono… Stars!

di VERONICA VALDAMBRINI

Veronica Valdambrini
VERONICA VALDAMBRINI

Stylist, Graphic Designer e Fashion Writer. Fin da quando ne ho ricordo, sono sempre stata attratta da situazioni, stili e differenti tipi di bellezza. Continuamente alla ricerca del nuovo ed alla riscoperta del vecchio, si affiancano a musica Jazz, Portrait Fotografici e cultura giapponese, piaceri e fonti di ispirazione per il mio lavoro e stile di vita.

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