Lo ammettiamo, quando in redazione abbiamo letto il mantra che li ispira non ci abbiamo pensato due volte a contattarli: “Dovete essere sul nostro magazine!” Gli abbiamo detto, sentendo una certa affinità d’anima… Sì, perché dopo #wearearezzo leggere #wearestorm (che è il mantra in questione), ci è salita subito la voglia di raccontare chi è, che cosa fa e dove vuole andare Storm Studio Architecture.
Ci dicono che il loro lavoro è come un viaggio, una sorta di ricerca verso qualcosa di nuovo. E la loro storia, che vede protagonisti tre (allora) studenti dell’Università di Architettura di Firenze, dura ormai da 25 anni; tanti sono quelli in cui Stefano Benatti, Simone Baldini e Rino Cappelletti, fondatori dello studio, si sono sopportati e supportati, come accade nelle più belle e veritiere storie d’amore.
Dopo varie esperienze lavorative post laurea (e una tesi che gli è valsa un’esposizione alla Biennale di Venezia e una pubblicazione dal Gruppo Sole24Ore) si sono ritrovati ad Arezzo con il sogno di dar vita ad un progetto comune. “Non abbiamo mai pensato di trasferirci all’estero; da sempre per noi vivere e lavorare qui è un grande privilegio, una grande fortuna, per questo abbiamo deciso di restare e fare di Arezzo il quartier generale del nostro studio.”
Che tipo di lavoro e di filosofia proponete?
«Ci sentiamo molto vicini a quella che, a livello accademico, viene definita “Scuola Fiorentina”, un movimento che ha cercato sempre di coniugare innovazione con cultura locale, paesaggio e storia. Ne è un esempio l’attenzione al contesto in cui si costruisce, come anche l’uso dei materiali, nella consapevolezza di essere parte di un ciclo più grande, di sapere quello che è stato il passato, pur guardando alla contemporaneità e alle tecnologie di costruzione più moderne.
In questo senso siamo convinti del nostro lavoro, consapevoli della nostra visione delle cose. Il nostro non è costruire fine a sé stesso; crediamo che abbia in sé un grande slancio ideale con una visione che vuole portare anche in città e nella provincia aretina un’idea di architettura che parla il linguaggio della contemporaneità.
Lavoriamo principalmente in Toscana e nel centro Italia, stando attenti alle specificità del paesaggio e di quello che ci circonda. Sono ormai 25 anni che ci esprimiamo con il linguaggio dell’oggi, con i piedi piantati nella storia del nostro territorio. E se siamo stati bravi quando siamo alla fine di un progetto, questo sembra essere sempre stato lì, in quel luogo, perfettamente inserito in quel contesto…»
Perché Storm Studio?
«La “tempesta” ha a che fare con la creatività; un grande brainstorming che coinvolge tutte le persone che orbitano intorno allo studio. L’idea è quella di essere sì dei tecnici, ma anche dei creativi, facendo in modo che arte e scienza si fondano per permetterci di esprimere la nostra visione di questa professione. Il team di Storm Studio è formato oggi da 10 persone e da alcuni collaboratori esterni.
Oltre ai 3 fondatori è stato importante l’ingresso in studio dell’architetto Francesco Coleschi, che ha portato entusiasmo ed innovazione, al quale hanno fatto seguito nel tempo gli architetti Federica Barneschi, Valerio Mascia, Luca Ravagnan, Alessia Bigliazzi, l’ingegnere Giuseppe Curinga e il geometra Gianluca Cardesi.
Lo studio è composto da figure professionali diverse; una volta trovata l’essenza del progetto, ognuno di noi lavora in maniera indipendente, ma ci sentiamo tutti parte di un unico ingranaggio globale che fa girare perfettamente questa macchina.
Questo ci permette di realizzare progetti che sono realmente fedeli alle richieste dei nostri clienti. Spesso non riconosciamo il render dalla realizzazione vera e propria; nel mezzo ci sta un esercizio incredibile fatto da un team che viaggia sulla stessa lunghezza d’onda, secondo un sentire comune.
Operiamo per privati, aziende, ma anche nel pubblico. E in questi 25 anni ci siamo adattati ad un mercato sempre in evoluzione per quanto riguarda la tipologia di business, mantenendo però integra la nostra filosofia professionale e la nostra visione.
Ci piace affrontare ogni progetto in maniera “laica”, così che in fase creativa possiamo essere il più aperti possibile a nuove idee per coniugarle con le tecnologie del momento. Abbiamo una mente dinamica e valutiamo ogni lavoro in modo unico e approfondito. In questo contesto si collocano l’utilizzo di strumenti come BIM, intelligenza artificiale, strumentazioni che uniscono 2D e 3D, ma come ogni tecnologia, crediamo che anche queste siano accessorie alla creatività e alla professionalità, completando e dando un plus al lavoro “umano” della squadra.»
Che rapporto avete con Arezzo?
«Di grande amore sicuramente; ogni volta che possiamo lavorare ad un progetto aretino, la vediamo come un’occasione per portare il nostro contributo alla città e ai luoghi in cui siamo cresciuti. Ci piace l’idea di creare degli spazi architettonici che possano rendere le persone più felici, convinti che l’architettura possa davvero migliorare i luoghi ed essere al servizio della comunità.»
di MELISSA FRULLONI
stormstudio.it
Via Calamandrei, 5
IG: @storm.studio.architecture
FB: Storm Studio Architecture

Vegetariana militante. Animalista convinta. Femminista in prova. Cresciuta con il poster di Jim Morrison appeso alla parete. Romanticamente (troppo) sensibile e amante della musica vintage. Una laurea in giornalismo, un figlio umano e uno peloso, mille idee e (a giorni alterni) la sensazione di poter fare qualsiasi cosa…