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ANTICA OSTERIA L’AGANIA
C’è un’osteria che vive nel cuore d’Arezzo dal 1784 e che colora via Mazzini. Al civico dieci troviamo un ambiente rustico e accogliente. Appena si varca la soglia l’attenzione si posa sulle foto attaccate alle pareti, nell’archetto colmo di bottiglie di vini toscani e nelle facce soddisfatte dei commensali che si trovano davanti portate tradizionali.

C’è un’osteria che vive nel cuore d’Arezzo dal 1784 e che colora via Mazzini. Al civico dieci troviamo un ambiente rustico e accogliente. Appena si varca la soglia l’attenzione si posa sulle foto attaccate alle pareti, nell’archetto colmo di bottiglie di vini toscani e nelle facce soddisfatte dei commensali che si trovano davanti portate tradizionali. All’olfatto sta la parte migliore, perché sono proprio quegli aromi che ti invitano a sederti ed ordinare. La prima impressione è quella di entrare in casa, più che in un ristorante.
Ma perché è stata chiamata così? La risposta potrebbe essere molto semplice. La strada parallela di via Mazzini si chiama proprio via dell’Agania. Ma la leggenda narra di una nobildonna di Arezzo che abitava proprio in quella zona e che veniva chiamata “Agonia”, che poi nel tempo è diventata “Agania”.
Lo storico locale appartiene alla famiglia Lodovichi da ben quattro generazioni. Avviato dalla bisnonna Caterina insieme al nonno Ottorino, è stato poi tramandato al padre Antonio, conosciuto in città come il “Topo”. Adesso sono i tre figli Lapo, Lara e Andrea ad occuparsi dell’intera gestione. “L’Agania è tradizione familiare. In questo momento siamo alla quarta generazione -spiega Lapo – Io e Lara, mia sorella, ci occupiamo dell’osteria, poi abbiamo un altro ristorante che è il Cantuccio dove lavorano mia mamma e mio fratello. Speriamo in una quinta generazione con mia figlia Caterina”.
La tradizione non sta solo nell’essere un posto tramandato di padre in figlio, ma anche nei suoi piatti. Un menù tipico aretino, che spazia dalla ribollita alle lumache in umido. Non vi è mai presa una strana voglia di assaggiare i grifi? Anche se si tratta di un piatto che possiamo definire “povero”, è quello
che in città va per la maggiore.
“I nostri clienti, quelli fissi, molte volte nemmeno vogliono consultare il nostro menù, vengono qua da noi perché sanno già cosa trovano. Molti sono clienti da generazioni, prima venivano i padri, adesso i figli. Gli stranieri o i forestieri italiani vengono qua per mangiare i piatti tipici. In ogni caso l’importante è che escano da qui soddisfatti”.
Provate ad entrare nell’Antica Osteria L’Agania e non respirerete l’aria di un ristorante qualsiasi, ma un po’ d’Arezzo.

ANTICA OSTERIA L’AGANIA
Via Giuseppe Mazzini 10
Di Giulia Basagni

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L’Agania, ricette della tradizione
Panzanella

Bagnare in acqua il pane raffermo, strizzarlo e sbriciolarlo.
Aggiungere pomodoro a pezzi, abbondante basilico fresco e cipolla rossa a fette.
Condire all’ultimo momento con olio e aceto, girate tutto e servire prontamente.

Ribollita

2 carote, 1 pomodoro, 3 cipolle rosse
2 patate, 1 manciata di fagioli cannellini
cavolo nero, 1 costola di sedano
mezzo chilo di pane toscano
sale, pepe ed olio

Far soffriggere la cipolla rossa con olio extravergine di oliva, poi
aggiungere le verdure già lavate e tagliate. Abbrustolire il pane e
poi unirlo alle verdure. Infine saltare tutto in padella. Servire caldo.

GIULIA BASAGNI

Avete presente la sensazione di un fiume in piena, che niente e nessuno è in grado di fermare?
Ecco questa sono io, Giulia Basagni, 26 anni, laureata in Comunicazione, media e giornalismo, piena di energia e vitalità.
Pronta ad accogliere ogni avventura a braccia aperte, curiosa, affascinata dai nuovi spazi e con gli occhi attenti a guardare oltre.