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Mastrofisso
Io credo che questa città abbia dei grandi margini di crescita anche sotto il punto di vista della mobilità. Se a Milano mi sono detto di non usare la macchina per fare 4 kilometri, perché qua dovrei usarla per percorrere 500 metri. Quella di vedere una persona su una bici creata da me su misura è una soddisfazione impagabile.
Mastro_Fisso_WEARE
Mastro_Fisso_WEARE

Mastrofisso
Laboratorio: Via Fossombroni 29
Di Fabrizio Salvi

Mastrofisso è un nome curioso, uno di quelli che deve aver per forza una natura personale e che proprio Mattia Fracassi ci spiega: “Sono un appassionato di bici da sempre, tutto è nato con l’amore verso quelle a Scatto Fisso”. Scatto fisso si arrovellava nei suoi pensieri durante gli anni universitari e grazie a Mastro, il nomignolo affibbiatogli candidamente dagli amici e che si riserva agli artigiani, ecco che è saltato fuori il lampo di genio. Da un Mastro tirato qua e là, per lo più scherzoso, ecco che d’un tratto gli anni spesi a Milano a studiare marketing si materializzano di fronte a lui e gli donano la scintilla giusta: Mastrofisso. Un nome che ben si lega sia all’italiano sia all’inglese e che, col tempo, si è sinuosamente sviluppato in un’elegante cornice stilistica tangibile nel suo sito web. Mattia, il fresco trentenne diviso tra lavoro di ingegno e manualità artigianale, spiega che cos’è per lui una bicicletta: un fantastico mezzo di trasporto e, prima di tutto, una cosa molto personale, che va modellata su misura per ognuno di noi. Non un commerciante, ma un modellatore su misura di bici vecchio stile. Uno che dipinge il mezzo a due ruote a seconda di come lo vuoi e a tuo gusto. Visibilmente raggiante nel dialogare del suo argomento preferito, si sofferma su una parola che lo ha stimolato oltremodo, il profumo e gli odori della natura: “Stiamo toccando un tema importante, la bici ti fa avvicinare delle sensazioni che non si potrebbero avere con altri mezzi. Stiamo parlando di un mezzo adattabile, da amanti del vintage, ma per nulla retrò o desueto.” La chiacchierata scorre che è un piacere e non si può fare a meno di soffermarsi sullo sguardo di chi ha chiarissimi i passi da fare ed è mosso da un senso di trasporto tipico di chi sta facendo qualcosa di grande, per sé e per gli altri.
“Io credo che questa città abbia dei grandi margini di crescita anche sotto il punto di vista della mobilità. Se a Milano mi sono detto di non usare la macchina per fare 4 kilometri, perché qua dovrei usarla per percorrere 500 metri?” In queste semplici parole emerge il candore di Mattia, che si gode il piacere di veder realizzate le sue bici e dare mobilità a chi si rivolge a lui, “quella di vedere una persona su una bici creata da me su misura è una soddisfazione impagabile.”
Infatti l’Ardita, la rievocazione storica avvenuta di recente ad Arezzo, lo ha visto coinvolto in prima persona e con risultati incredibili: “Circa 60 biciclette sono uscite da questo che io chiamo il mio laboratorio” e chissà quanti altri progetti stanno per uscire da quella fucina di idee e intanto, con l’aiuto del cugino Giacomo Mafucci, hanno creato una linea di abbigliamento tipica del ciclismo che fu. Una linea vintage, ma dall’altissima qualità. Mattia è così e riversa nel suo lavoro quello che più gli piace. Un ragazzo estroso, pieno di idee e che vale la pena conoscere, perché è dalle persone come lui che nascono le passioni.

FABRIZIO SALVI

Settembre ’85. Ho impugnato una penna e non me ne sono più separato. Scrivo mentre viaggio, viaggio per passione, ho la passione della scrittura. Una ruota nella quale tutto torna al punto. E a capo, con una nuova storia da raccontare.