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NOI SIAMO
Voce del verbo essere
Allora “dimmi cosa leggi… e ti dirò chi sei”, recita un antico detto urbano dell’epoca post-moderna in cui tutto è caos, tutto è già superato e tutto viaggia in circolo, intorno a noi, in un vortice instabile che corre alla velocità della luce…

Noi siamo – voce del verbo essere
[lat. esse (volg. *essĕre)]
di Melissa Frulloni

Allora “dimmi cosa leggi… e ti dirò chi sei”, recita un antico detto urbano dell’epoca post-moderna in cui tutto è caos, tutto è già superato e tutto viaggia in circolo, intorno a noi, in un vortice instabile che corre alla velocità della luce… Chissà cosa direbbe Albert Einstein se ci vedesse… Lui che dalla luce, dai corpi in movimento e dall’etere era ossessionato… Peccato che non abbia potuto viverci in questo mondo così schizzato, fatto di realtà virtuali e di amici che non conosci neppure. Chissà cosa sarebbe scappato fuori se fosse riuscito a farsi un paio di profili social e disquisire nella rete della sua relatività…
Intanto ti informi. Cerchi di capire il mondo intorno a te. Boh! Di breaking news ne scorrono anche troppe… Leggi su Facebook. Guardi su Instagram. Scompari su Snapchat dove 24 ore sono il limite massimo della tua vita “sociale”. Ma alla fine tutto ti passa accanto e non ti sfiora neanche? Lo vedi scorrere in un flusso di informazioni e ti ci perdi dentro… ti ci vuoi perdere, distratto dalla notifica di Whatsapp…
In questo rapido, affannoso rincorrersi di azioni, impegni, pensieri che si intrecciano tra loro…
WEARE.
E stop! Tutto si ferma a mezz’aria, fluttuando come nello spazio…
In slowmo, vedo passarmi davanti questa parola e mi ripeto che “chi dice che è impossibile, non dovrebbe disturbare chi ce la sta facendo”… Lo vedo e già sento di farne parte, preda di un ragno, catturata all’interno della sua rete, in uno spasmodico carnevale di personaggi, muse, ispirazioni, aperitivi, flash, sogni espressi sotto le stelle, viaggi; immersa in un odore antico che sa di pulito e di lavanda e che mi ricorda i pomeriggi d’estate… in casa… alla penombra della persiana chiusa con il pavimento trafitto delle righe che il sole crea per farsi spazio…
Ma ora tutto si ferma. Sono lì, ora, in questo momento niente è caos. Ho trovato una piccola e immobile dimensione. Una rigenerazione urbana che racconta di noi, di quello che siamo. Noi siamo! Una comunità. Un social vivente, un network reale di

puntini che si uniscono tra loro a formare un disegno perfetto, ma senza schemi, senza regole, dove sei quello che vuoi essere e ti riconosci in una fitta trama di conoscenze, locali, posti giusti. Bellezza. #beautysavetheworld.
Ora siamo dentro l’hub, dentro al centro di smistamento e raccolta dati da cui tutto parte, ma in cui tutto ritorna diverso, nuovo, cambiato, elaborato, arricchito di contatti e storie, di ricordi e di connessioni, passate dentro ogni
lettore, dentro chiunque
si intreccerà con queste
pagine, con le sue immagini, con le sue parole… e si ritroverà a parlarne in quelle nottate d’estate vissute fino in fondo, fino alla fine del buio, che quando albeggia la notte che se ne va lascia intravedere il trucco colato e un cornetto alla crema che ti accompagna a letto…
WEARE ora c’è. Ora esiste. Sarà la nostra comunità. La nostra àncora per le vasche, la nostra mappa della città, il lampo del temporale estivo, che mostra la bellezza della pioggia. La bellezza relativa di un
pomeriggio passato al fiume, della pizza nel cartone la domenica a cena, della pausa pranzo in veranda davanti al ventilatore…
Ora WEARE c’è. Ci siamo noi. Noi che
saremo Arezzo…
Noi siamo… WEARE!