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L’anima di Saione
Intervista a Silvia Ciarpaglini - Consulente per il Welfare Giovanile di Comunità di Oxfam - sulla terza edizione di Saione Mob dello scorso 26 Maggio!

Abbiamo parlato con Silvia Ciarpaglini – Consulente per il Welfare Giovanile di Comunità di Oxfam – della terza edizione di Saione Mob dello scorso 26 Maggio, dove anche noi di WEARE e The Aretiner eravamo presenti (e ben felici di esserci!) con il nostro stand espositivo.

«Iniziando a raccontare dalle origini – ci dice Silvia – Saione Mob nasce da piccoli ma grandi progetti di Oxfam, basati su finanziamenti che immettono importanti contributi nelle scuole aretine, provenienti dal Fondo per i Contrasti alla Povertà Minorile e per l’Infanzia, con progetti rinnovati ogni anno; penso alla Scuola IV novembre, con cui da anni facciamo un lavoro di comunità ed educativo. Come si apre una scuola di quartiere, come può essere contaminata da tutte le risorse esterne, aldilà dell’insegnamento didattico? Oggi ciò che conta sono le competenze trasversali, che paradossalmente vengono più da fuori che dà dentro la scuola: tutto ciò che apprendiamo di più nella vita è là fuori. Proprio da qui è nata l’esigenza di avere una grande manifestazione, che potesse mettere in mostra tutto il lavoro laboratoriale e gli esiti dei piccoli percorsi didattici alternativi: quindi mostre, concerti, esibizioni sportive e artistiche.

Oxfam ha iniziato a cercare partner, e quello è stato il lavoro più semplice: si è attivata una grandissima rete, perché Saione è un quartiere pazzesco dal punto di vista del capitale umano e sociale; c’è un numero di associazioni del terzo settore spaventoso, che non si ritrova in altri quartieri della città. Abbiamo così iniziato una vera e propria mappatura; addirittura il primo anno siamo usciti con una rivista bellissima, “Say One, Say All”, in cui raccontavamo le realtà del quartiere, con tutti i servizi welfare per il benessere delle persone.

Da lì è partito poi tutto, abbiamo intercettato soprattutto Confesercenti, in un connubio molto bello dove il terzo settore ha incontrato il privato e i negozianti – che sono l’altra anima del quartiere – attivando una rete ulteriore di compartecipazione. Durante la terza edizione questo aspetto è stato molto potenziato: i negozi erano tutti fuori, in strada, partecipavano al Mercatino delle Pulci, che è stato il primo grande partner di Saione Mob. Abbiamo fatto anche un evento del tutto collaterale, nel bed and breakfast BioBenessere, che ha sponsorizzato la manifestazione, perché crede fortemente nel quartiere.

Un posto bellissimo, con cui abbiamo instaurato una collaborazione sul tema benessere.

È poi subentrato anche Merkaba Crystal Point, un negozio locale che ha contribuito all’installazione artistica sui generis “Avrò Cura di Te”, a cura di Gea Testi: una mostra diffusa all’interno del B&B, dove ogni stanza raccoglieva la storia di una persona partecipante al progetto, e che porterà poi allo spettacolo teatrale autunnale a cura del Mercato delle Pulci “Storie in Soffitta”, per il quale stiamo già raccogliendo storie, attraverso oggetti e ricordi. È stata una sorta di evento dentro l’evento, in cui si sono attivate nuove sinergie con un grande contributo di privati e commercianti.

La terza edizione è stata particolarmente bella sotto l’aspetto delle collaborazioni; i partner sono sempre tanti, ma se ne aggiungono di nuovi ogni anno: penso a Legambiente, ACB Social Inclusion, il CSI – Comitato Sportivo, Pronto Donna, Donne Insieme, e moltissime altre. Siamo stati molto felici anche per quanto riguarda l’affluenza, il quartiere risponde sempre benissimo. Mi ha colpito molto la presenza del Comitato, che sta dialogando con il Comune per la nuova piazza in progetto, riuscendo a fermare i lavori per preservare il verde di Saione; c’è quindi anche una grande sensibilizzazione sul tema ambientale.

Inoltre, quest’anno per la prima volta siamo entrati letteralmente nelle case degli abitanti di Saione: questa edizione ci ha fatto affacciare sulle terrazze, dandoci la possibilità di riprendere la manifestazione dell’alto.

La parte più significativa del mio lavoro, e degli eventi e progetti che posso portare avanti grazie ad Oxfam e Confesercenti, è proprio la partecipazione attiva di un pubblico che è molto partecipe e ricettivo; anche perché le iniziative sono tantissime, le associazioni portano il loro contributo, facendo vedere ciò che fanno durante tutto l’anno.

Penso a WEARE, che era lì con le riviste, un lavoro che voi della redazione svolgete abitualmente; lo stesso vale per gli scrittori, o per i ragazzi di Zion, che portano in giro la loro musica tutto l’anno. Ognuno ha il suo pubblico, che interagisce fortemente; questa cosa crea una situazione che non si verifica spesso e il risultato è una manifestazione di vera partecipazione cittadina.

Saione è un tema; quando Saione Mob è nato era molto sentito, già dall’origine del nome, ricavato da un Contest a cui hanno partecipato persone e associazioni, proponendo la propria idea, che poi veniva votata. Il nome “Saione Mob” era quello della linea di abbigliamento creata dai ragazzi del quartiere; praticamente un’”azienda” in tutto e per tutto, che sta in piedi da sola e che torna per il terzo anno consecutivo, quindi tanto di cappello a loro!

Da quel Contest sono derivati anche altri nomi, tutti quelli che usiamo anche oggi: penso al “Fuorisaione”, a “Say One, Say All”. Erano tutte proposte provenienti dal basso, dalle persone.

Quel che mi preme di più è investire su ciò che è stata per questa edizione Piazzetta Rismondo: portare a conoscenza dei giovani l’Associazione Cultura e l’Assessorato, perché credo che sia venuta fuori una questione importante sulla cultura dal basso, un tema spesso anche molto discusso. Cos’è la cultura indipendente, come la vogliamo chiamare? Per me l’importante è chiamarla, in qualunque modo si voglia, ma chiamarla. Ad oggi in realtà, almeno personalmente, vedo un investimento sulla cultura ancora stereotipato, formale, scollato dalle persone, con un target sempre uguale. Non a caso, al Fuorisaione, “Piazza La Coltura” era proprio una provocazione sul seminare: lì vogliamo andare a coltivare, in un contesto dove possiamo intercettare e introdurre persone anche giovani in contesti culturali e di volontariato che sono strepitosi e virtuosi. Ciò che viene più fuori da Saione Mob è la mobilitazione delle associazioni: il farsi trasportare da quella cosa lì, sentendo la spinta di persone che ogni giorno stanno immerse dentro quella realtà; spesso forse chiedendosi “ma chi ce lo fa fare?”, perché è anche difficile fare certe cose quando magari sei stanco e un po’ disilluso. Ma è quando capisci che nel tuo ambiente ci sono persone “matte” quanto te, disposte a impegnarsi per far nascere dei cambiamenti positivi, che trovi la spinta e anche la gratificazione necessaria per fare tanto.»

Grazie a Silvia e tutti gli organizzatori e i partecipanti di Saione Mob. Forse sarà ancora presto, ma il nostro countdown per l’Edizione 2025 è già iniziato!

 

di GEMMA BUI

Credits Silvia Cingano
FB: Bistrout Mercato delle pulci

Gemma Bui
GEMMA BUI

Studentessa, musicista, cultrice dell’Arte variamente declinata. Con la scrittura, cerco di colmare la mia timidezza dialogica. Nelle parole incarno la sintesi – e non la semplificazione – della realtà. Credo nella conoscenza come mezzo per l’affermazione di sè e come chiave di lettura dell’esistere umano.

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