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Materie dal Sottofondo
Il nuovo progetto di Bernardo Tirabosco, artista lucido e consapevole nella propria visione creativa

Sottofondo Studio è un contenitore di arte e gusto estetico, un luogo raro, seminascosto sotto le serrande metalliche di una delle principali vie del centro storico. Ho incontrato il fondatore e ideatore, Bernardo Tirabosco, artista particolarmente lucido e consapevole nella propria visione creativa e programmatica, per visitare gli spazi e conoscere qualche dettaglio in più su questo nuovo progetto.
Parlaci delle principali tappe del tuo percorso accademico e professionale.
«Ho iniziato il mio percorso artistico frequentando il Liceo Artistico di Arezzo – Beni Culturali e Preservazione del Patrimonio Culturale. In un primo momento il mio interesse verteva verso restauro e attività conservative, poi ho iniziato a capire che più che la preservazione, era la creazione a interessarmi. Mi sono quindi iscritto a Belle Arti, all’Università di Perugia. Terminati gli studi, dopo circa un anno ho trovato questo posto, l’ho ristrutturato, e ho dato vita a quello che oggi è Sottofondo, con una zona laboratorio, uno spazio espositivo e il mio studio privato. Non mi sono fermato neanche in questo periodo di pandemia, sfruttando l’occasione (alquanto distopica e forse irripetibile) di poter disporre di una quantità di tempo potenzialmente illimitato, per lavorare sulla gestione e sulla promozione.»
Quali individueresti come tratti caratterizzanti la tua poetica artistica?
«Indubbiamente nella mia poetica artistica ci sono dei punti cardine: principalmente la ricerca e la sperimentazione dei materiali, dai più improbabili ai più classici, per ambire a una dimensione trasformativa ulteriore e superiore. Io mi occupo prevalentemente di installazioni, dove anche la terza dimensione riveste un ruolo importante: in esse spesso è lo stesso materiale a parlare, ad avere una propria poetica; nulla è casuale o scontato, tutto ha una storia e un vissuto, mantenendo sempre un’identità ben definita.»

Quali sono e che importanza hanno nel tuo lavoro la ricerca, le tecniche e i materiali?
«Negli studi classici dell’arte ci sono ovviamente dei riferimenti di base, che però sono più funzionali alla creazione di una propria esperienza, di un proprio background: i miei lavori ne godono, ad esempio anche da un punto di vista tecnico. Ogni lavoro è un po’ frutto dei precedenti, c’è sempre un rimando che alla fine crea un percorso, che sia inerente alla poetica o all’evoluzione tecnica in senso proprio.»
Presentaci Sottofondo Studio e la sua recente inaugurazione.
Lo studio è nato nel 2019, innanzitutto come luogo fisico di creazione. Ho avuto il piacere di ospitare gli amici del gruppo Sycamore Age per le riprese del video di “Castaways Without a Storm (Live Session)”; successivamente, l’aver offerto lo spazio per una rappresentazione della compagnia teatrale Broken Jump ha innescato la scintilla per la creazione di un vero e proprio spazio espositivo.
“In Nessun Luogo” è una mia personale, la prima vera e propria esposizione in forma di mostra “tradizionale” ospitata qui, nel contesto della più ampia rassegna “Lo Studio Ospita”; comprende tutte installazioni architettoniche ideate durante l’autunno scorso, realizzate con materiali ricavati anch’essi nel periodo pandemico, abbastanza contrastanti e slegate dallo spazio – contenitore, tendenti ad ispirare un desiderio e un impeto di uscita dalla situazione che stiamo attualmente vivendo. Hanno collaborato Jacopo Naccarato e la curatrice Elena Castiglia.
La prossima mostra, programmata proprio per Giugno, ospiterà invece un artista valdarnese. Tutte le esposizioni sono ovviamente gratuite e visitabili su prenotazione.»
Come vedi te stesso in qualità di artista e la tua evoluzione futura?
«L’intenzione è quella di diffondere il mio lavoro, facendo conoscere il mio spazio. L’obiettivo è sempre quello di evolvere, puntando al massimo risultato, ma con i tempi giusti e senza particolari urgenze. La presenza di una rete nazionale, oggi presente ma inesistente fino a un anno e mezzo fa, è sicuramente una bella speranza.»

di GEMMA BUI

Via Garibaldi, 136/A
bernardotirabosco.it
FB: Sottofondo Studio
IG: @sottofondostudio

Gemma Bui
GEMMA BUI

Studentessa, musicista, cultrice dell’Arte variamente declinata. Con la scrittura, cerco di colmare la mia timidezza dialogica. Nelle parole incarno la sintesi – e non la semplificazione – della realtà. Credo nella conoscenza come mezzo per l’affermazione di sè e come chiave di lettura dell’esistere umano.

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